RELAZIONE
Il DECRETO del 17 giugno 1999 pubblicato nella G.U. della regione Siciliana il 10 settembre 1999 notificava la costituzione di un'oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica denominata Pantani Longarini ,Cuba e Morghella, ricadente nei territori comunali di Pachino, Ispica e Noto, per cui l’assessore per l’agricoltura e le foreste:
- Vista la legge regionale 1 settembre 1997, n. 33;
- Visto il 4° comma dell'art. 16 della legge regionale n. 33/97;
- Vista la nota della Ripartizione faunistico-venatoria di Siracusa prot. n. 2039 del 12 dicembre 1997, con la quale ai sensi della legge regionale n. 33/97, art. 45 e art. 16, comma 4, propone la costituzione di una oasi di protezione rifugio e sosta della fauna selvatica nelle aree umide della Sicilia sud-orientale tra cui sono comprese le zone umide denominate Pantani Cuba, Longarini e Pantano Morghella;
- Vista la nota della Ripartizione faunistico venatoria di Siracusa prot. 489 del 16 febbraio 1999, con la quale vengono trasmessi gli atti relativi alla pubblicazione mediante affissione all'albo pretorio dei comuni di Pachino e Ispica;
- Considerato che la zona umida in territorio di Pachino, Ispica e Noto riveste una notevole importanza per l'avifauna acquatica, soprattutto nel corso delle migrazioni e che tale zona rappresenta un importante sito per lo svernamento e le nidificazioni di molte specie di uccelli acquatici, nell'interesse della comunità regionale, nazionale e internazionale;
- Visto il decreto dell'Assessore del territorio n. 970 del 10 giugno 1991 di approvazione del piano regionale dei parchi e delle riserve naturali, con il quale viene destinata a riserva naturale denominata Pantani Sicilia S.O. una maggiore estensione di territorio comprendente anche l'istituenda oasi;
decreta In conformità alle premesse e fino all'istituzione della riserva naturale Pantani Sicilia S.O. è costituita l'oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica denominata Pantani Longarini Cuba e Morghella
La riserva naturale orientata dei Pantani della Sicilia Sud Orientale si inserisce in un contesto, quello ibleo, ricco di siti protetti come riserve regionali, SIC (siti di importanza comunitaria), ZPS (zone di protezione speciale), parchi archeologici etc. ed include una serie di specchi d’acqua di dimensione e profondità variabili, su suolo da prevalentemente sabbioso a prevalentemente limo-argilloso, la cui salinità può variare sensibilmente in funzione di eventi temporanei ed in maniera differenziale da una zona all’altra.
Risalendo la linea di costa dall’estremità sud orientale verso ponente tale sistema di zone umide si articola, nell’ordine, nei Pantani:
- Pantano di Puntorio (Ponterio pileri), (ha. 10.00.00 -loc. Punta delle Formiche-) riceve modesti apporti d'acqua dalla contrada di Cuffara. Sulla destra rimane Punta delle Formiche. Sulla sinistra, la profondità dell'Isola delle Correnti: che rimane la lingua di terra più luminosa dell'intera costa meridionale siciliana. Il Pantano ha la caratteristica forma goccia a goccia con il cui asse maggiore è disposto in direzione ovest-est, è circondato per la quasi totalità del suo perimetro da strade. Il versante nord è affiancato da una strada asfaltata (sopraelevata di circa due metri rispetto al massimo livello normalmente raggiunto dall’acqua, i versanti est e sud sono circondati da una strada poderale. Sugli ultimi due versanti sono presenti delle abitazioni per la residenza estiva che si affacciano direttamente sullo specchio d’acqua.
- Baronello, (ha. 25.00.00 - loc. Baronello -) ha una forma allungata con andamento dell’asse maggiore in direzione nordovest-sudest. Al suo interno vi è un piccolo isolotto, anch’esso di forma allungata, adiacente alla sponda di nordest. Una discreta fascia di vegetazione circonda la riva nord per 2/3 della sua lunghezza, alle spalle di tale vegetazione corre una strada poderale di modesta larghezza. Una strada asfaltata circonda, invece, l’estremità che volge a nordovest. Su tale estremità si apre un canale, privo di chiuse che consentano la regolazione del flusso d’acqua, mette in comunicazione il pantano con il mare. Il territorio circostante è quasi interamente adibito a coltivazioni in serra, tale fatto causa problemi quali: captazione d’acqua, dispersione dei concimi e diserbanti in falda ed in superficie, abbandono di rifiuti (in particolare materiale plastici). Diverse costruzioni in muratura per uso abitativo si affacciano sullo specchio d’acqua.
- Ciaramiraro, (ha. 18.75.00 - loc. Concerie-) è collocato a ridosso di Pantano Baronello ma in posizione più interna rispetto a quest’ultimo. La vegetazione è rappresentata unicamente da specie a portamento erbaceo. È interamente circondato da coltivazioni in serra eccezion fatta per un breve tratto a nordovest, il quale si trova in continuità con il Pantano Baronello. Il Pantano rimane incassato nelle alte coste argillose di Concerie, che degradano lievemente nella costa di levante chiamata Cuffara.
- Auriga (o Viruga) (ha. 10.00.00 - loc. Cozzo Croce -) e Cannone, (ha 3.12.50 - loc. Grotticelle) per entrambi si denuncia una forte frammentazione e perdita di habitat, dovute all’incontrollata e selvaggia espansione turistica, oltre che una forte degradazione ambientale per la presenza di alcune piccole discariche.
- Cuba, (ha. 54.68.72 -loc. Cuba-) ricade nel territorio del comune di Pachino presso la località Raneddi, ha una forma irregolare e allungata in direzione nord-sud, è circondato su tutti i suoi lati da strade asfaltate che però non si spingono mai ad una zona ravvicinata. I versanti est ed ovest sono aperti sui coltivi circostanti (spesso in serra) e non presentano vegetazione alta, mentre quello nord e quello sud sono protetti da un folto canneto. Dista dal mare 500 circa metri.
- Longarini, (ha. 105 - loc. Longarini - ) Il pantano ha una forma irregolare, presenta profondità diverse ed è il più grande del complesso, ricade per metà sul territorio di Ispica e per metà su quello di Pachino. Una propaggine a sud entra periodicamente in comunicazione col mare attraverso un ampio canale privo di sistemi che consentono la regolazione del flusso d’acqua; il canale attraversa tutto lo specchio d’acqua, in direzione nordest-sudovest, dividendolo in due parti (proprio sul confine tra i territori dei suddetti comuni). L’area circostante è in buona parte interessata dalla presenza di coltivazioni in serra e da alcuni magazzini per uso agricolo e case rurali. L’area a sud, ricadente la SS è interessata da un esteso sistema di costruzioni per la residenza estiva.
- Bruno (ha. 50) e Gorgo Salato (ha. 47), appaiono come i meno alterati del complesso mantenendo ancora un’ampia fascia di vegetazione palustre, salvo che in alcuni bravi tratti, e diverse zone a macchia-gariga in cui è presente una particolare associazione erbaceo-arbustiva tipica dell’ambiente mediterraneo. Di recente (1988), però, i pantani Longarini, Bruno e Gorgo Salato sono stati inseriti nel patrimonio delle riserve naturali regionali; mentre l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ed il C.N.R. li hanno annoverati tra gli ambienti umidi da preservare e proteggere sia perché facenti parte di ambienti lacustri, che ospitano uccelli limicoli, svernanti ed unici nel loro genere, sia per l'importanza che rivestono come stazione di sosta dei migratori acquatici sia per la presenza di una ricca varietà di vegetazione alofila ed igrofila.
- Morghella, (ha. 62.50.00) in posizione isolata rispetto ai precedenti, ha forma irregolare; una porzione equivalente a circa 1/3 dell’intera estensione era utilizzata fino agli anni 80 per la coltivazione del sale e ne conserva ancora le strutture (caselle, canali, ecc.). all’estremità est un canale dotato di una chiusa, adesso bloccata, mette in comunicazione il pantano con il mare. All’estremità opposta (ovest) il pantano viene alimentato da un torrente stagionale (detta “Saia”) denominato “Saiazza”. Il passaggio di una via di comunicazione abbastanza trafficata interessa solamente due brevi tratti, uno ad est e l’altro ad nordest, del perimetro del Pantano. La restante parte è interamente circondata da coltivi in serra che in alcuni tratti arrivano a lambire lo specchio d’acqua. Sono inoltre presenti delle abitazioni adibite a magazzino o in stato di abbandono. Le acque dolci si dipartono da due venature che solcano la nera terra di contrada Saiazza. Una, proviene, da Cozzo Filua, con capotesta un grande contenitore d’acqua interrato: fatto costruire dalla famiglia Starrabba di Rudini. L’altra sul lato settentrionale verso colle Xibini.
La diversità biologica della zona costiera è molto fragile e pericolosamente esposta. Tale fragilità è dovuta al fatto che tutta la biodiversità è suddivisa in fasce di larghezza ridotta parallela alla costa; inoltre ogni fascia vive grazie a quella che la segue e la precede, per cui ogni minima manomissione umana può causare ingenti danni; è questo il caso dell’impianto di acquicolture, del transito dei veicoli a motori, dello sviluppo turistico incontrollato e dell’espansione notevole delle aree agricole (specialmente quelle intensive in serre) con costruzioni e impianti che si spingono fino al margine dell’acqua (sia sul mare che sui Pantani), della balneazione intensiva.
Collocandosi, la riserva all’interno di un area che, nonostante alcune misure protettive applicate già da alcuni anni (ricordo che l’area è una ZPS ed un SIC), risulta a tratti fortemente manomessa dalle diverse attività umane citate.
Per quanto riguarda la problematica delle attività di antropizzazione nelle aree SIC dei Pantani della Sicilia Sud Orientale, giorno 20 Luglio 2006 l’Assessore Provinciale della pianificazione territoriale, della protezione civile e dell’e-governement ai Verdi Paolino Uccello ha fatto un sopralluogo nella istituenda R.N.O. “Pantani della Sicilia Sud Orientale”.
L’assessore ha potuto constatare personalmente una difficile situazione creatasi in quell’area, situazione che i verdi di Pachino avevano anticipato.
Sono circa 6.000 le persone che lavorano con le produzioni protette, più 1.500 di indotto; le migliaia di serre sono nate accanto ai Pantani sfruttando il suolo fertile ma soprattutto gli effetti benefici del microclima che li si crea. La situazione è molto grave sotto il profilo ambientale ma anche di protezione civile, l’abusivismo non è localizzato ma è diffuso toccando punte massime in zona A; ripeto, l’abusivismo non è localizzato ma è diffuso toccando punte massime in zona A (la zona A è la zona di riserva sottoposta a massimo vincolo); questa gente in assenza di regole da parte dei Comuni ha gestito la propria esistenza economica legandola alle offerte del territorio. Oggi l’istituenda riserva si trova stretta fra le esigenze di sopravvivenza di migliaia di aziende agricole (spesso finanziate con fondi comunitari) e la conservazione di siti di grande diversità biologica gravemente danneggiati.
Sembrerà assurdo ma bonifiche effettuate negli anni 60/70 non risultano censite ne definite dentro l’oasi e le miriadi di stradine interpoderali sono pericolose e vanno messe in sicurezza.
Appare come indispensabile quindi procedere alla riperimetrazione della zona A, (riserva). L’oasi deve essere accettata dalle popolazioni locali se così non fosse allora sarebbe considerata un corpo estraneo, un terreno di conquista per tutti, dove chiunque si sente in diritto di abusare secondo i propri lucri. Proprio per questo motivo i Verdi di Pachino insieme con l’assessore provinciale Uccello abbiamo chiesto la disponibilità al dialogo ed un sopralluogo congiunto con l’assessore al Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana.
Altro elemento importante è che la provincia regionale di Siracusa, nello specifico l’assessorato alla pianificazione territoriale nella persona dell’assessore provinciale dei Verdi Paolino Uccello, si accinge alla redazione del primo Piano Territoriale di Coordinamento, adempimento obbligatorio ai sensi dell’art. 12 della L.R. 9/1986.
Accingendosi quindi alla redazione di tale Piano e studiando le aree protette si è riscontrata una grossa anomalia nella istituendo R.N.O. “Pantani Sicilia Sud Orientale”.
L’appezzamento di terreno in oggetto si trova nel territorio di Pachino nella zona denominata “Pantano Longarini”, di proprietà Spatola, esteso 120 ettari di cui cento ettari bonificati come Azienda Agricola Ittica, quest’ultima a seguito della bonifica realizzata dagli stessi proprietari negli anni 1962/1970.
Dette opere allo Stato risultano regolarmente censite presso U.T.E. di Siracusa e risultano integralmente censite nell’ultimo rilievo topografico I.G.M. del 1967, per effetto della realizzazione di canali larghi 30 metri e profondi 3-4 metri collegati al Mediterraneo e destinati all’allevamento di pesce, il pantano ha perso la sua naturale caratteristica.
Alla luce di tutto ciò CHIEDO che l’intera area sottoposta a protezione e denominata “Pantani della Sicilia Sud Orientale” comprendente i Pantani sopraccitati, venga interamente riperimetrata. A mio parere la riperimetrazione va fatta per due motivi: 1) per la tutela delle aziende che, loro malgrado, a causa di cartografie da cui non si evincevano le zone antropizzate e quindi la presenza delle aziende, oggi si trovano all’interno del perimetro della riserva e questo può comportare dei gravissimi danni economici. 2) per la tutela e la salvaguardia delle zone umide che, lo ribadisco, grazie soprattutto alla loro presenza si è creato un microclima così particolare da produrre il ciliegino così buono ed unico.
Pachino, 4 agosto 2006
L’assessore all'Ecologia, all’Ambiente ed al Territorio
Nicola Amenta