La rassegna stampa di oggi, e anche di ieri, riporta diverse dichiarazioni culminate nell’ultima del neosindaco, contro l’onorevole Granata.
Nelle varie dichiarazioni si legge non soltanto il fastidio di essere sottoposti ad un democratico controllo se ad attuarlo sono rappresentanti delle istituzioni nazionali, ma anche se a farlo è qualsiasi cittadino.
Poiché ho condiviso con l’onorevole Granata la campagna elettorale appena conclusa, mi sento spinto ad esprimere nei suoi confronti la solidarietà personale e politica di Progetto Pachino e di tutta la coalizione.
Abbiamo visto all’opera un deputato nazionale, Fabio Granata, unitamente ai deputati regionali Vinciullo e Marziano, che ha messo più volte da parte la sua etichetta ideologica per sostenere e aiutare il vero progetto politico innovatore delle ultime amministrative, e ritengo dunque ingenerose le osservazioni critiche a lui rivolte.
D’altra parte definirlo uomo vestito di cultura, non soltanto denota un atteggiamento di fastidio verso la cultura, e ciò non depone a favore del sindaco di una località immersa in un enorme patrimonio culturale, ma è anche ingeneroso nei confronti di chi tanto si è speso, dal punto di vista concreto, per la tutela e la valorizzazione di Marzamemi, passando dall’acquisizione della chiesetta sconsacrata per finire alla riqualificazione del centro storico e il sostegno concreto alle iniziative culturali del borgo.
Questi sono i fatti concreti portati avanti da Granata e disconoscerli è ingiurioso, oltre che indice di mancanza di argomenti.
Ricordo, inoltre, al neo sindaco che è vero che ha vinto le elezioni, ma solo per 157 voti. Sostanzialmente la città si è divisa in due nella scelta, e dunque nessuno dei contendenti può accampare diritti particolari che lo mettono al di sopra delle critiche e dei controlli.
Ricordo pure a Bonaiuto che, alla fine, lo hanno votato solamente 4577 pachinesi, ovvero poco più di un terzo dei votanti alle comunali, il risultato del ballottaggio del 2006 vide Campisi prevalere con ben più di 6000 preferenze. Diciamo pure che Bonaiuto è stato molto fortunato, visto che circa 9000 pachinesi non l’hanno votato (vedi i 13588 del primo turno).
A questo punto allora, sarebbe opportuno che il nuovo sindaco di Pachino accettasse con più umiltà le considerazioni di ogni deputato nazionale, in quanto tale, e di Granata in particolare, tanto più se lo considera del suo stesso partito.
Se poi, invece, a Pachino il mondo funziona all’incontrario, con i sindaci, i presidenti di comitato e gli pseudo esperti culturali che bacchettano i rappresentanti del parlamento nazionale, beh, vuol dire che queste elezioni sono state proprio “particolari”.
I progetti li deve creare l’amministrazione, noi dell’opposizione li controlleremo e li denunceremo se non saranno rispettosi del bene comune e dell’interesse della città. I parlamentari saranno al fianco della città, sia per il ruolo dell’amministrazione, sia per il ruolo dell’opposizione.
Alzare la voce adesso è sintomo di debolezza e spero proprio che questa sia un’impressione.
Democratici saluti, Turi Borgh – portavoce Progetto Pachino