(dal sito www.mentecritica.net)
E’ lo slogan pubblicitario che si è inventata un avvocato di Chicago, Corri Fetman, per promuovere il suo studio legale. Sul manifesto ci sono una bella donna e un uomo muscoloso e si legge lo slogan “La vita è breve, divorzia”. La professionista ha spiegato che per lei è solo pubblicità e che l’avviso non spingerà nessuno al divorzio, semmai potrà attrarre chi già ci stava pensando.
E se fosse successo in Italia? Probabilmente sarebbero stati invocati i valori che non ci sono più o, peggio, che questo manifesto può rappresentare un incentivo ricordando alle persone “quanto bendidio stanno perdendo” dietro a un matrimonio che tirano avanti solo per inerzia.
Intanto ci è stato appena ricordato da Benedetto XVI che “La vita sociale sta attraversando momenti di smarrimento sconcertante: viene attaccata impunemente la santita’ del matrimonio e della famiglia, cominciando dal fare concessioni di fronte a pressioni capaci di incidere negativamente sui processi legislativi; si giustificano alcuni delitti contro la vita nel nome dei diritti della liberta’ individuale; si attenta contro la dignita’ dell’essere umano; si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni. I tempi presenti risultano difficili per la Chiesa e molti dei suoi figli sono tribolati“.
Si, avete letto bene: si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni. La data per il Family Day infatti non è stata scelta a caso dalla CEI: il 12 maggio ricorre l’anniversario del referendum abrogativo sul divorzio del 1974. E’ una ricorrenza importante per gli italiani, si ricorda il giorno in cui sancirono con il loro voto il principio per cui a fondamento della famiglia doveva esserci una libera scelta di amore e non un’imposizione di legge. A quella vittoria laica contribuirono in modo determinante milioni di elettori cattolici, senza il cui voto, espresso in contrasto con le indicazioni del Vaticano, non sarebbe stato possibile raggiungere la maggioranza favorevole al divorzio. Chissà, forse in virtù di tutto questo ci sono state due manifestazioni distinte, che si sono fronteggiate a distanza: da una parte il Family Day in una piazza San Giovanni presa in prestito dalle associazioni cattoliche per sostenere la famiglia tradizionale, dall’altra il Coraggio Laico in piazza Navona, dove Radicali, Verdi e Sdi hanno voluto ricordare la vittoria laica nella battaglia per il divorzio del 12 maggio di 33 anni fa. In particolare Marco Pannella afferma che: “Il bello e’ che sono proprio quelli che oggi si riuniscono a piazza San Giovanni ad aver usufruito del divorzio. Tutto lo stato maggiore dei partiti sfilati per il Family Day ha usufruito del divorzio. Si tratta di una questione di comportamenti, non vorranno mica venirci a dire che quelli li’ seguono una vita morale, familiare e sessuale secondo i precetti delle gerarchie vaticane, vero? Lo fara neanche l’1%“.
Ma cosa dice la legislazione italiana sul divorzio? Quando si parla di divorzio si parla sia di scioglimento del vincolo matrimoniale sia di cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario. Si parla di scioglimento del vincolo matrimoniale quando il divorzio interviene in relazione al matrimonio civile, cioè quello che è stato celebrato soltanto davanti all’ufficiale dello stato civile, mentre si parla di cessazione degli effetti civili del matrimonio quando il divorzio interviene in relazione al matrimonio concordatario (ovvero al matrimonio celebrato in Chiesa e trascritto nei registri dello stato civile, quindi, con effetti sia civili che religiosi). Il Tribunale prima di dichiarare lo scioglimento del vincolo matrimoniale (se si tratta di matrimonio solo civile, cioè celebrato davanti all’Ufficiale dello stato civile) o la cessazione degli effetti civili del matrimonio (se si tratta di matrimonio concordatario), dovrà accertare l’esistenza di due condizioni. Lo scioglimento del matrimonio religioso comporta anche la cessazione degli effetti civili, tra cui l’obbligo al pagamento degli alimenti. Per la legge italiana deve trascorrere un periodo minimo di 3 anni dalla richiesta prima di ottenere il divorzio.
Proprio a proposito di quest’ultima parte della legislazione citata si sta muovendo qualcosa: è nata la Lega per il divorzio breve. L’obiettivo della Lega è quello di abolire il termine triennale che deve oggi intercorrere dalla separazione legale dei coniugi al divorzio in modo da rendere più celere, rapido e snello il passaggio giudiziario per giungere alla cessazione degli effetti civili del matrimonio. L’allungamento dei tempi della procedura, infatti (lungi dal rinsaldare un vincolo coniugale che si è ormai, nei fatti, disciolto), rischia solo di determinare ulteriori problemi per i coniugi ed i loro eventuali figli senza risolverne alcuno.
Statisticamente pare che il divorzio faccia più male a lei che a lui, anche se questo genere di dati probabilmente lasciano il tempo che trovano: è un argomento così delicato e soggettivo che la statistica, numeri a parte, può rappresentare poco.
Una notizia un po’ curiosa, ma non troppo, ci arriva da Londra: la mano dei detective è in un divorzio su due, li arruolano soprattutto le donne; sono oltre 70 mila i matrimoni naufragati nel 2006 dopo aver ricevuto le prove e addirittura gli alberghi si stanno attrezzando per i depistaggi. C’è un vero e proprio boom di investigatori, anche con richiesta di prestiti alle banche per spiare: si, perchè scoprire un tradimento ha un costo, non solo morale. Senza contare quelli da sostenere dopo, tra pratiche, alimenti, avvocati ecc.
Se non fosse quasi prettamente “roba da ricchi” (come precisato prima, un divorzio comporta pesanti oneri), si potrebbe sdrammatizzare un po’ e prendere per buono lo slogan dell’avvocato augurando a tutti: la vita è così breve, regalati un divorzio!