Leggo la lunga e piccata reazione del dott. Domenico Liggeri alla mia risposta al suo articolo su Marzamemi di qualche giorno fa. (http://www.storienogastronomiche.it/caso-marzamemi-i-turisti-si-lamentano-sindaco-nega-levidenza/)
Più che una reazione piccata il dott. Liggeri si è cimentato nell’esegesi del mio intervento: evidente reazione al fatto che la mia risposta abbia colpito nel segno avendo contrassegnato la grossolana visione espressa nell’articolo su Marzamemi e la ristorazione, che merita senz’altro una risposta, mediata e meditata da parte mia.
Partiamo con ordine.
Egli definisce il suo intervento, quello che ha originato la “querelle”, come un articolo “che ha indagato sul caro-prezzi dei ristoranti e la perdita di identità gastronomica del borgo in provincia di Siracusa”. Mi spiace contraddire, ancora una volta l’autore, ma quell’articolo non conteneva nessuna “indagine” ma un’isterica quanto generica invettiva contro tutti i ristoratori di Marzamemi, senza tuttavia entrare nel merito né dei singoli ristoranti, né delle singole pietanze servite, né nello specifico dei prezzi. Ripeto: una generica quanto isterica invettiva che chiosava, con acuta quanto perfida ironia, con l’apologia del take away.
Ma l’autore si spinge oltre, e prova a rintracciare una mia filosofia politica nella sudditanza psicologica nei confronti di vip e famiglie benestanti e danarose (al punto da accostarla alla “genuflessione al fascino dei vip” di cui è stata accusata Lipari), a cui contrappone – in modo un po’ rozzo e banale – l’interesse delle famiglie meno abbienti e soprattutto quello dei tanti precari, gli stessi oggetto delle canzoni dei Tinturia, recentemente protagonisti di un bellissimo concerto che la mia amministrazione ha fortemente voluto proprio a Marzamemi.
Il dott. Liggeri, purtroppo, nella sua reazione indugia su una retorica che non fa il bene né dei precari (categoria a cui appartengo, come altre migliaia di persone in questo Paese) né di chi, soprattutto, vorrebbe venire in visita a Marzamemi e nel sud est della Sicilia in generale, indipendentemente dal conto in banca e dalla condizione sociale. Soprattutto non si coglie – non so quanto in modo inconsapevole – la complessità che vive oggi Marzamemi, fatta di un delicatissimo equilibrio (che troppe volte salta per tante ragioni, che non sto qui a richiamare) e con moltissime contraddizioni su cui la mia amministrazione – che si è insediata da appena due mesi – sta iniziando a mettere mano.
L’invettiva del dott. Liggeri si spinge oltre e provando a scavalcarmi a sinistra (con argomentazioni dall’evidente sapore pentastellato) mi invita a “distogliere lo sguardo ammirato dai Vip”. Tuttavia lo stesso non coglie con tutta evidenza che il mio intervento è a tutela delle centinaia di lavoratori che nel sistema della ristorazione e nell’indotto di Marzamemi traggono dignitoso sostentamento per sé e le loro famiglie: egr. dott. Liggeri, io i precari li conosco bene, come conosco altrettanto bene quelle centinaia di famiglie che purtroppo vivono in condizioni assai disagiate. Sono quegli stessi cittadini a cui quotidianamente provo con enorme difficoltà a dare risposte mediante un sistema di welfare locale oggi ancor più massacrato dai sistematici tagli verticali fatti alla spesa sociale.
Ma la reazione dell’autore dell’invettiva diventa ancora più grossolana nel momento in cui paragona i commentatori del mio intervento ad “adepti ed accoliti”, richiamando da un lato ricordi di “ben altri esercizi del potere, di cui non si sente la mancanza” (si riferisce al fascismo per caso? Il rimando mi sembra diretto, visto l’audace accostamento all’ex ministro missino Ignazio La Russa, ma assolutamente fuori luogo) e dall’altro contrappone ai miei presunti “adepti” qualche centinaio di like. In ciò il dott. Liggeri mostra una visione piccina della realtà, del mondo e di tutto ciò che ci circonda, tutta circoscritta all’interno del web e dei social (per altro in piena contraddizione con se stesso, nel momento in cui eleva a giudici i commenti su TripAdvisor e i like sul suo articolo, e denigra come accoliti coloro che hanno osato commentare il mio intervento: questo sì mi sembra un esercizio del potere assai discrezionale, visto che basta un banale e generico articolo per creare un danno di immagine a cui ne segue inequivocabilmente uno economico).
Mi verrebbe da rispondere, da renziano (!): esca dal suo blog e guardi oltre lo schermo di un pc, perché nella Sua risposta, Lei Marzamemi l’ha vista solo da google maps: non conosce, ad esempio, che i Campisi, oltre all’industria conserviera, hanno un ristorante che serve i propri prodotti, gli stessi al centro dell’intervista sul Corriere della Sera dello scorso 18 agosto.
Sorvolo, per carità di patria, sul consiglio rivoltomi a riaprire i libri di storia visto il lavoro che svolgo (forse qualche buon libro di storia economica e sociale dovrebbe leggerlo il dott. Liggeri, considerata la grossolanità delle affermazioni sostenute nel suo originario articolo su Marzamemi), ma mi soffermo ancora una volta sulle Sue dichiarazioni circa la presunta indagine svolta sulla ristorazione: quella, egr. dottore, non è un’indagine, ma un’opinione personale, per altro assai opinabile, rilevato che non ha avuto il coraggio di citare uno straccio di ristorante che servirebbe pesce congelato somministrando prezzi da salasso. E ne comprendo anche le ragioni: con tutta evidenza ha voluto evitare una querela una volta si fosse spinto a citare il nome di qualche ristorante che, a Suo giudizio, starebbe uccidendo Marzamemi.
A proposito di querele. Nella lunga invettiva che il dott. Liggeri mi destina, ad un certo punto adombra la minaccia di querelarmi, singolare ed assai rara condizione che vedrebbe un giornalista querelare un “politico” (si converrà che di solito accade il contrario, e cioè che sono i politici a querelare i giornalisti!): a proposito di libertà di stampa, vero? Anzi, su questo punto lancio una sfida al “nostro eroe” novello guardiano delle istituzioni politiche (e di quelle enogastronomiche), e cioè di avere il coraggio di pubblicare questa mia replica sul suo blog, lo stesso che ospita l’invettiva nei miei confronti di pochi giorni fa. Verrà fatto? Vedremo chi dei due esercita il pensiero unico lagnandosi sulla libertà di stampa e sul diritto di critica!
In conclusione, torno ad invitare il dott. Liggeri ad essere mio ospite a Marzamemi. Non si dolga per chi pagherà il conto, perché tanto a Marzamemi esiste una variegata ristorazione alla portata di tutte le tasche, visto che si può cenare dai 2 € ai 200 €. Questioni di gusti (e di tasca, ovviamente).
PS: la mia campagna elettorale, egr. dott. Liggeri, è terminata circa due mesi e mezzo fa. Non è, per caso, che è Lei a prestarsi, magari inconsapevolmente, a quella di qualcun altro, visti i ricorsi (non storici) puntualmente presentati al termine di ogni elezione in questa terra?
Cordiali saluti
dott. Roberto Bruno
Sindaco di Pachino