Sono indotto a scrivere le righe o le pagine (ancora non lo so) che seguiranno, spinto da un moto di indignazione che ha raggiunto livelli che raramente mi era capitato di sperimentare in passato. Non sarebbe un problema se io fossi uno che si indigna poco, ovvero uno distante dai problemi, concentrato solo sui fatti suoi e poco o niente disponibile ad interessarsi delle vicende politico/amministrative di questa comunità chiamata Pachino. Al contrario, essendo io, da qualche anno, molto partecipe di quanto accade nel governo della città, scrivere in questa sede, come ora faccio, di aver raggiunto un picco di indignazione che manda fuori scala i miei, pur collaudati, livelli di sopportabilità, significa che qualche evento, che si colloca "ai confini della realtà", ė accaduto.
L'evento ė la recente nomina a vice sindaco (ed assessore con deleghe all'urbanistica, pubblica istruzione, beni ed attività culturali, sportello europa, arredo urbano, bilancio e finanze …...) del Dott. Giuseppe Campisi, ex sindaco di questa Città. Premetto subito che, nella esposizione che segue, partirò solo da fatti certi e documentabili e che le mie osservazioni critiche ed interpretative di quei fatti saranno espresse in maniera (per quanto possibile stante, come detto, la condizione di indignato) obiettiva e distaccata, onde non offrire a chi leggerà il proprio nome, alcun appiglio per valutare violente ritorsioni dialettiche o minacce di azioni legali, ma solo, se lo riterrà, eventuali serene, ed altrettanto obiettive, spiegazioni.
Partiamo dalla fine.
Qualche ora fa ho partecipato (da spettatore si intende) alla seduta di Consiglio Comunale, convocato soprattutto per discutere sulla recente delibera trasmessa dalla Corte dei Conti (n.279 del 25/10/2012) che ha dichiarato, in relazione al Conto Consuntivo 2010, l'essere, il Comune di Pachino, in condizione di Deficitarietà Strutturale.
Non so, al momento, se questo tema sia stato poi affrontato (confesso di non aver retto più di un ora di quello spettacolo) e quali sviluppi si siano manifestati, atteso che il Consiglio ė stato investito, da parte della sezione regionale della Corte dei Conti, del gravoso compito di prendere atto del contenuto estremamente serio della propria deliberazione (la dichiarazione di Deficitarietà Strutturale) e del dover prendere adeguate iniziative finalizzate: a riscontrare questa condizione; al chiederne conto al Sindaco ed alla Giunta: al dare un preciso indirizzo circa l'assunzione di provvedimenti amministrativo/contabili atti a superare tale condizione; al rispetto del termine di 60 giorni dalla notifica della deliberazione, assegnato dai giudici contabili, per assumere questi provvedimenti.
E qui occorre un inciso per evidenziare un primo FATTO che potrà essere spiegato (e probabilmente lo sarà) in tanti modi diversi ma che sostanzialmente espone l'amministrazione (ovvero Sindaco e Giunta) ad un primo severo giudizio variabile tra gli estremi della mera leggerezza dilettantistica e la vera e propria scorrettezza dolosa, passando per varie gradazioni intermedie di incapacità. Il fatto in questione ė l'aver permesso il trascorrere di circa la metà di quel termine assegnato dalla Corte dei Conti, prima di rendere edotti i Consiglieri della notifica e del documento. Questo (FATTO) si ricava dal primo intervento nella seduta consiliare da parte del Consigliere Luciano. Riporto alcune delle domande poste nell'interrogazione: Perché ė trascorso tanto tempo tra la ricezione via PEC della deliberazione della Corte dei Conti (29/10) e la comunicazione ai Consiglieri (24/11)? C'entra qualcosa l'avvenuta approvazione (in data 6/11) del Bilancio Previsione 2012? C'entra qualcosa il contenuto di quel bilancio che reca (tra le altre cose) una previsione di entrata di oltre un milione di euro per recupero di evasione di tassa sulla raccolta rifiuti, con la quale previsione si pareggia il costo del servizio, che è uno dei parametri sui quali si effettua il controllo sui comuni dichiarati strutturalmente deficitari? Come si vede tante domande che richiederebbero risposte. Ma voglio tornare a seguire il filo della mia grande indignazione, posto che quello esposto finora non ne è minimamente responsabile.
Riprendo quindi dalla nomina di Campisi.
Se ne ė occupato nel suo primo intervento (ignoro, al momento, se ne siano seguiti altri) il Consigliere Blundo. Per i poco avvezzi e/o interessati a seguire le vicende politiche locali, chiarisco che era un intervento molto atteso visto che la nomina di Campisi nasce proprio dall'allontanamento, dalla maggioranza consiliare che sostiene il sindaco, del suddetto Consigliere. Sul perché ciò sia avvenuto (chi non ė stato ai patti? quale patto ė stato disatteso?) ci si può sbizzarrire in tanti modi ma difficilmente si riuscirà mai a cogliere la piena verità dei fatti. Non potendo formulare ipotesi non documentabili mi limito a registrare le doglianza del Consigliere Blundo verso il (s)indaco Bonaiuto (l'uso del minuscolo per la carica associata a Bonaiuto non è una svista o una libertà stilistica ma una precisa scelta) che si riassumono nei seguenti punti:
a) nell'amministrazione nessuno sta operando per il bene della città;
b) non è giusto mantenere la figura del consigliere assessore perchè non è ammissibile che il controllato sia controllore di se stesso;
c) occorreva azzerare la giunta e ripartire daccapo con una maggiore attenzione ai comportamenti etici.
Non voglio entrare nel merito dei singoli rilievi non perché non li ritenga validi (figuriamoci se non debba ritenere più che validi argomenti che poggiano su principi etici e morali), ma semplicemente perché non riconosco al Consigliere Blundo alcuna credibilità nel sostenere queste argomentazioni, posto che da ben 3 anni appoggia questa amministrazione ed un modus operandi che ora decide di contestare.
La cosa interessante (e quindi meritevole di tutta la mia indignazione) ė il FATTO che Blundo si richiama a due documenti con i quali venivano sollevati gli argomenti di presa di distanza dall'amministrazione Bonaiuto. Uno, quello firmato da lui solo, protocollato, diramato agli organi di stampa, e letto in aula, ed un altro, precedente, con i medesimi contenuti, ma mai protocollato e mai divenuto ufficiale, recante le firme, oltre che sua, dei Consiglieri Gabeli, Terzo e Giannì. Faccio questi nomi perché, richiesto dal pubblico in aula consiliare e con tanto di ripresa video a documentarne l'accadimento, li ha fatti lo stesso Blundo.
Ma, andando a leggere la notizia pubblicata sul l'organo web di informazione locale "Corriere di Pachino", quei tre consiglieri sono anche quelli che “appoggiano” il neo nominato vice sindaco ed assessore pluridelegato Campisi.
Ecco materializzarsi un vero e proprio capolavoro politico da parte del (s)indaco Bonaiuto, che, bisogna dirlo, in queste cose ė proprio bravo.
In un colpo solo e nel giro di poche ore riesce a:
- respingere la minaccia portata alla sua maggioranza dal Consigliere Blundo e dal gruppo politico di Rinascita;
- isolare, rendendoli inoffensivi, quel gruppo politico e quel consigliere da una consistenza numerica di consiglieri (quelli citati) che avrebbe messo in ginocchio l'amministrazione;
- dare a quel piccolo gruppo di consiglieri dignità (anche se viene molto difficile usare, in questi casi, il termine dignità) di forza politica con tanto di rappresentanza in giunta;
- consentire al redivivo Campisi di consumare la più dolce delle vendette politiche verso un Consigliere ed un gruppo politico (Rinascita) corresponsabili della sfiducia con la quale è terminata la sua esperienza di Sindaco.
Un vero e proprio “coup de theatre” davanti al quale non c'è da commentare altro se non ..... “chapeau”! (per chi non mastica il francese traducibili in: colpo di scena e complimenti).
Quali amare considerazioni trarre da questa vicenda?
Che i tuoni e fulmini che, da oggi in poi, il Consigliere Blundo scaglierà contro il (s)indaco Bonaiuto, hanno zero credibilità, e non già perché non dirà cose vere - sul l'incapacità amministrativa, sul degrado del territorio non adeguatamente governato, sulla mancanza di rispetto verso i cittadini e verso i loro rappresentanti in Consiglio Comunale, sul fatto che non dovrebbero esserci assessori/consiglieri per l'elementare considerazione, alla quale solo ora ė giunto Blundo, che il controllato non dovrebbe essere controllore di se stesso - ma semplicemente perché ha condiviso queste cose contribuendo fin dall'inizio alla nascita ed al mantenimeto in vita dell'amministrazione Bonaiuto.
Che, allo stesso modo, sono poco credibili un po' tutti i consiglieri e le forze politiche che oggi si dicono oppositori del sindaco ma che hanno, in vario modo, partecipato alla nascita ed al governo di questa amministrazione a cominciare dal Presidente del Consiglio Comunale che ė passato in sede di ballottaggio (FATTO che non trascuro mai di ricordare) dal sostegno a Rotta al sostegno a Bonaiuto (e la cosa, a distanza di 3 anni, ancora mi causa un trasudo di indignazione).
Che l'unica eccezione a questo quadro ė costituita dai Consiglieri Bruno e Buggea, ininterrottamente all'opposizione del (s)indaco Bonaiuto fin dal primo momento del suo insediamento, ma, soprattutto, partecipi dei lavori consiliari e costantemente propositivi con interventi ed interrogazioni (FATTI documentabili).
Che, con varie gradazioni e sfumature, si possono riconoscere alcuni (forse altri due o tre) Consiglieri che, pur avendo la pesante responsabilità di essere transitati dalla maggioranza di Paolo Bonaiuto, oggi, non solo gli sono oppositori, ma producono anche loro interventi ed interrogazioni (mi vengono in mente i nomi di Luciano e Quartarone) ...... come dovrebbe fare qualsiasi Consigliere Comunale, altrimenti non si comprende perché lo faccia (domanda retorica, ovviamente).
Che, al contrario, esiste la nutritissima (prima, ma ora solo nutrita) schiera dei consiglieri di maggioranza che quasi mai interviene e mai fa interrogazioni, ovvero che, in sostanza, non si capisce cosa stiano a fare in Consiglio Comunale. Fra questi meritano una citazione i tre consiglieri nominati da Blundo e citati dalle fonti giornalistiche come referenti del neo vice sindaco, e la meritano in senso negativo perché mette una grande tristezza vedere come, anche le giovani leve della politica pachinese (i tre hanno un'età media inferiore ai trentanni), non riescano a portare alcun cambiamento nei modi della politica, adeguandosi a modalità operative (stando alle parole di Blundo) ben lontane da principi di trasparenza ed etica comportamentale.
Che, mettendo insieme gli anni di governo di Campisi e Bonaiuto, chiunque può pacatamente ed oggettivamente osservare come i risultati amministrativi (oggi certificati anche dalla Corte dei Conti), siano quantomeno scarsi ed al di sotto di un qualsiasi livello di soddisfazione per il cittadino medio di Pachino, come testimoniano: le fallimentari gestioni del servizio raccolta rifiuti; la perversa spirale dell'instabilità politica che si manifesta attraverso i continui rimpasti di giunta ed un consumo esorbitante di assessori; una crisi recessiva dell'economia in generale, e dei comparti agricolo e turistico in particolare, ai quali queste amministrazioni non hanno saputo offrire il benché minimo strumento di supporto; la pessima gestione del personale dipendente del comune dove si manifestano distinzioni di trattamento non tollerabile e dove si lasciano senza stipendio per molti mesi padri e madri di famiglia.
Oggi queste due esperienze amministrative si uniscono a formarne una sola.
Occorrono ancora altri motivi per indignarsi?
Giancarlo Romano Barone – cittadino di Pachino.