Note a margine di un "approdo nascente": il P.d.L.

L’aggettivo “storico”, si sa, è spesso abusato. E l’abuso è ancor più palese quando il termine si utilizza ancor prima che quel dato avvenimento, al quale è accostato, esplichi del tutto i suoi effetti di medio e lungo periodo, sì che davvero possa assumere quel grado di “storicità” che lo porta ad innalzarsi sul resto della cronaca.

E’ per questo che, per il primo congresso, quello di fondazione, del Popolo della Libertà, al quale ho avuto il piccolo privilegio di partecipare, voglio avvalermi della “riserva” dello storico, che giudica a cose fatte e dopo un congruo lasso di tempo, specie quando si tratta di politica.

Ciò non toglie che, alla Nuova Fiera di Roma, si sia consumato un evento di grandissima -se non decisiva- rilevanza per il nostro Paese, un evento gravido di conseguenze importanti per essere anche, se non soprattutto, “approdo” di un processo che sarebbe riduttivo confinare entro il recinto delle “alchimie” politiche, dell’arida redistribuzione degli equilibri di potere o, peggio, entro il previsto ed il prevedibile effetto di una legge elettorale.

Se gli anni dal 1989 al 2001 sono stati quelli che hanno visto compiersi il definitivo tramonto delle ideologie, con il forte ritorno delle religioni e di un mercato fattosi mercatismo a contrassegnare la post-modernità, quelli dal 2002 al 2008, in Italia in particolare, hanno visto il dissolversi della rappresentanza parlamentare dei comunismi, quale esito scontato non tanto di una legge elettorale, quanto dell’esecuzione in forma specifica della condanna emessa a suo tempo dal tribunale della storia.

Non è affar mio -anche se sarebbe interessante poterne discutere un’altra volta- l’analisi di quanto accaduto agli eredi di quella prospettiva politica.

Ciò che m’interessa è iniziare a riflettere –in questo stimolato dalle suggestioni di questo partito nascente - su cosa sia arrivato all’approdo del 29 marzo 2009 e sul come ciò sia arrivato, per poi cominciare a valutarne il primo risultato se non la sua semplice epifania.
Potrà sembrare scontato partire dal nome, già “in atto” da un anno prima del formarsi del nuovo soggetto politico: ma, assai curiosamente epperò significativamente, “popolo” e “libertà” segnano (oltre che quanto detto da Silvio Berlusconi nel suo intervento inaugurale), proprio i due termini più sacrificati, anche perché misconosciuti, dall’ideologismo del Novecento e dalla modernità.

“Sacrificati” poiché, è evidente, i totalitarismi dello scorso secolo –di destra o di sinistra che fossero- hanno finito con reprimerli, spesso con la violenza; “Misconosciuti” perché ciò gli stessi totalitarismi lo hanno fatto richiamandosi spesso proprio al “popolo” ed alla “libertà”.

Dunque, un partito così appellato non può non esprimere discontinuità in quanto post-modernità. Come, mi pare, confermi la sostanza dei filoni culturali che hanno finito per confluirvi in un processo che sarebbe, però, fuorviante ritenere concluso del tutto solo con la nascita del nuovo partito.

Il cui paradigma sembra davvero la open society di Popper: una fiera delle opportunità e, nel tempo, una piazza delle idee che liberamente si confrontano e si scontrano ma, finalmente, senza che necessariamente debba scorrere il sangue di qualcuno. Si dirà, certo, con un decisivo apporto, magari chissà, dell’imperante relativismo. Ma con la possibilità –anch’essa prevista ed avente dignità riconosciuta, e non delle minori- che questo relativismo possa esso stesso essere messo in discussione quale pietra di paragone di un metodo o quale modo di essere. Un partito di idee forti che, però, non danno vita ad un pensiero o ad una sintesi debole.

Un partito in cui, nell’eterogenea umanità che mi è capitato di apprezzare sia sopra che sotto il palco e la presidenza, emerge non solo il crogiolo dei valori “freddi” (quelli che è possibile rappresentare per idee), ma anche quello delle qualità “calde” dell’individuo: e nulla, credo, possa essere più post-moderno, più antitetico all’appiattimento dell’individuo nell’ideologia.

E così, dalle leaderships alternatesi sul palco, ecco emergere non solo discorsi, ma caratteri, audacie, abilità non solo oratorie, persino bellezze: ma, e metto subito un freno alle malignità, esse sono coessenziali al modo di essere del nuovo soggetto non per quanto di mediatico, superficiale, gradevole esse aggiungono ad una descrizione di costume, ma perché –a loro modo- “tassello” di una complessa completezza, quella dell’umano, in tutte le sue espressioni, che è la cifra del nuovo partito.

O, per meglio chiarire: non è che caratteri, abilità, sentimenti ed altro mancassero prima. Non erano mai diventati -se non riferiti alle personalità e solo su un piano ricostruttivo e biografico- fattore distintivo di una vera e propria identità politica.

Quando, per esempio, per alimentare la critica e segnare una lontananza antropologica, molta stampa insiste sulla fisicità e sul carattere istrionico di Berlusconi, non ci si rende conto che è proprio questa una marcia in più, un’addizione al modello ed alla forma di partito tradizionale: la sintonia su un piano caldo -distinto dall’idea- con una leardership.
Solo che, nel P.d.L. e nel suo congresso formativo, ci è stato dato di assistere al riproporsi di questo fenomeno con tutte le altre leaderships del nascente partito: e così il popolo dei delegati ha potuto apprezzare non solo le idee, ma la carica e la combattività di Giorgia Meloni, l’orgoglio, la storia di governatore e l’appello alla militanza ed al cuore di Roberto Formigoni; lo spessore culturale di Alfredo Mantovano; l’immediatezza, l’autorevolezza e la concretezza con la quale Stefania Prestigiacomo sta conducendo un dicastero così delicato come quello dell’Ambiente.

E sono solo alcuni esempi di un “partito degli italiani”, che sembra rappresentarli davvero non solo per quanto essi pensano, ma anche -se non soprattutto- per quanto essi sono e vorrebbero essere.

Un partito della realtà, più che solo un partito del realismo, proiettato verso il futuro proprio perché consapevole dei limiti del presente. E, aggiungo, proprio perché ha deciso ed attuato percorsi d’unità partendo dalle sue diversità di fondo.

Come declinarlo nella nostra città e nella nostra società è una sfida da cogliere al più presto se non proprio oggi. Una sfida che s'impone proprio mentre molti ritengono sia il momento della disgregazione, della scomposizione, della personalizzazione estrema della rappresentanza.

Esaltare la persona e la personalità e, nel contempo, esaltare -in un partito- la pluralità e lo stare assieme: una sfida che richiederà tempo e fatica ma per la quale una strada è già stata, e da tempo, tracciata. E non solo qui a Pachino....
Pubblicata da: Sebastiano Mallia il 04-04-2009 12:10 in Opinioni

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Il nuovo inizio della sinistra...

Alfredo Reichilin

Su Repubblica di oggi sabato 5 aprile...
l'articolo al direttore di LA REPUBBLICA

Caro direttore, ciò che credo si possa dire senza alcuna enfasi è che è cominciata una riorganizzazione su scala mondiale di quella cosa( non economica soltanto, come ci ammoniva Marx) che si chiama capitalismo. Non è poco. I suoi esiti sono molto incerti, imprevedibili.."..ecc ecc

Ho voluto riportare questo articolo di A.R per dissentire democraticamente della ricostruzione e dalle opinioni di Sebastiano Mallia su ciò che è avvenuto nel 1989 al 2001 quando parla di comunismo...perchè è un pensiero confutabile...che nasconde le vere ragioni della crisi.
La verità è che si vuole nascondere la realtà...e compiutamente si vuole surrogare con la figura di quel simpaticone, del signor Berlusconi, che vuole mettere il cappello al fallimento del sistema capitalistico globale...allegramente...
Con principale imputato gli stati Uniti...
Notizia... chè è su tutti i giornali...
Come scrive un noto giornalista sulla Nazione di oggi, Massimo Fini, notoriamente anti-berlusconiano, scrive che forse quel sornione del signor On. Berlusconi ha avuto la capacità di capire in anticipo rispetto ad altri questa realtà...e che quando parla di fallimento del sistema "comunista" nella sua profonda coscienza pensa che la stessa cosa sia avvenuta con il "capitalismo"...

Un colpo di intuito...che lo porta ad essere grande amico di Putin...alla grande e statista a livello mondiale...con battute che lo rendono simpatico a livello universale...Una forte empatia...con il popolo...
Una cosa assai pericolosa perchè non proviene da un ragionamento razionale...
Ecco perchè credo sia importante per contribuire attraverso una serie di ragioni che per contrappasso auspicano la riorganizzazione della sinistra: impostata sui caposaldi che nell'articolo vengono cosi descritti...

"Non è la necessità del socialismo...come si sarebbe detto un tempo
Altra è enorme novità che emerge da questa crisi del capitalismo. E' il fatto che non si può più accettare che una ristretta ologarchia riduca il lavoro a merce da scarto e che neghi di fatto quel tempo dei diritti dell'uomo che fu aperto dalla Rivoluzione Francese...
Il mercato è necessario ma non può essere il nuovo sovrano..Il mondo è troppo grande.
E' da questa straordinaria vicenda che la sinistra deve ripartire... "

L'attuale situazione del mondo è una cosa che ci riguarda da vicino...

Poi ancora A.R.
sulla vera natura di Berlusconi e di quello che stà avvendo...

"In italia invece la grande novità che ci offre l'On.Berlusconi è l'arte antica d di arrangiarsi in attesa che passi la crisi. Stringi stringi di questo si tratta. Altri prezzi di questa fragile penisola, un tempo bellissimo consegnati alla speculazione edilizia, chiudere un occhio sull'evasione fiscale, tagliare le spese considerate superflue,cioè scuola, ricerca, cultura. Dimenticavo di "Dio, patria e famiglia" di Tremonti e il neo-guelfismo degli atei devoti che insieme a una allegra brigata di nani e ballerine si stanno ponendo sotto la tonaca protettiva del cardinal Bagnasco"

fin qui Alfredo Reichilin...

Che dire: lo condivido in pieno e lo faccio mio...

Per quanto riguarda gli aspetti locali, in riferimento alla storica divisione fra soggetti politici che nel passato è stato oggetto di indagine...Si è anche individuata la provenienza storica nella pratica sociale che è il cosidetto "petalismo siracusano..."Praticato appunto a siracusa nel periodo greco...
Quando emergeva qualcuno tra gli oligarchi, i meno dotati si mettevano in tacito accordo al fine di "fare fuori" il soggetto emergente...Una storia già vista e sperimentata in più occasioni... anche nella raffigurazione dei sette pastori che giunti al pozzo contemporaneamente, per non mettersi d'accordo a chi doveva abbeverare per primo, per non avere ragginuto un accordo:fecero morire di sete tutte le pecore...
Nel tentativo di raffigurare un nuovo corso per il centro sinistra di Pachino...anche in considerazione di un coivolgimento attivo nel dare il mio contributo...penso sia indispensabile chiarire che stante la situazione attuale e la configurazione degli assetti in previsione della campgna elettorale per l'elezione di un nuovo sindaco, stante che personalemente rimango convinto che il dissesto finanziario sarebbe stata la migliore soluzione, considerato che altresì chi aveva i poteri per farlo ha intrapreso iniziative diverse. Che diventano legge a tutti gli effetti.. e,dunque, per un raccordo alla situazione politica e sociale esistente, vista la situazione generale, il sottoscritto nella qualità di pachinese globale e soggetto politico auspica e incentiva, partecipando in prima persona, e offrendo alla aggregazione progressista tutta la mia esperienza e capacità e volontà politica di essere elemento aggregatore di forze progressiste che hanno veramente a cuore le sorti di pachino...

Ecco che si auspica una forum unico del CENTRO sinistra di Pachino e di tutte le componenti progressiste che fanno riferimento ai partiti e ai movimenti di appartenenza per scrivere insieme un programma condiviso per il futuro di Pachino.

E per finire come ho già scritto nel mio blog nell'analizzare la situzione esistente il sottoscritto per fare un passo importante contro quella che comunemente viene definita la "dissipanza" pachinese e per azione di contrappasso rivendico la scelta politica coerente con il fronte politico di apparteneza che non è mai sttao in discussione. la possibilità che può essere trasformata in un atto politico che indica la direzione opposta...Cioè la decisione, vista la situzione locale, di appoggiare i aggregazione orizzontale la candidatura del Prof.Modestino Preziosi...

E di mettere a disposizione del candidato la mia consulenza politico tecnica e tutte le mie conoscenze, esperienze, informazioni...per preparare un progetto in grado di dare una significativa svolta " STORICA" alla città di Pachino.

saluti cordiali,Spiros





Dici che a Pachino è diffusa la capacità di non riuscire a stare insieme sotto le insegne delle pluralità (e questo purtroppo è un dato storico difficilmente sconfessabile).
Dici che si evidenzia nella coalizione opposta a quella tua una forte contraddizione tra ciò che si dice e ciò che si vede.
Il mio amico Emanuele Rotta qualche giorno fa ha scritto al quotidiano La Sicilia sconfessando quanto a Pachino sanno tutti e cioè che lui è candidato Sindaco alla testa del progetto Pachino.
Il giorno dopo tale sconfessione viene ulteriormente sconfessata dall’articolo apparso sul Giornale di Sicilia.
Poi leggo del pranzo a tre che si è consumato a Pachino per festeggiare questo incontro dove un deputato regionale e dirigente del PDL ha dato la sua benedizione per questo matrimonio innaturale.
(consentimelo).
Allora caro Borgh. Mi pare che la contraddizione stia anche e soprattutto dalle tue parti!!! E se dici che a Pachino non si riesce a stare insieme tra gente che la pensa alla stessa maniera figuriamoci cosa succederebbe il giorno dopo la vostra eventuale vittoria alle elezioni comunali (per assurdo) tra componenti del progetto Pachino che provengono da ideologie politiche completamente opposte.
Ma se proprio questo matrimonio si dovrà fare allora voglio farvi un regalo di nozze. Niente di materiale ma soltanto una idea magari poco originale. Mettete nel vostro simbolo elettorale la immancabile falce e martello ma con in mezzo una bella fiamma che riscalderà le vostre future notti matrimoniali nella fredda sala del Consiglio Comunale. Auguri e figli maschi!!!!!
Cordiali saluti – Pasquale Aliffi
Mi scuserà Sebastiano se non riesco a vincere la tentazione di commentare la sua news. Premetto che lo faccio con spirito (mi auguro) costruttivo e senza ombra di polemica, la qual cosa non mi esime dall’esprime alcune (molto soggettive) verità.
Prendo atto del percorso politico (credo ormai compiuto) di Sebastiano e del suo approdo all’interno del neonato partito del Popolo delle Libertà, ed esprimo tutto il rispetto possibile per questa “scelta di campo”.
Non riesco tuttavia a farmi contagiare dalla sua visione e dalla sua “lettura” dell’evento di cui è stato testimone oculare, come del resto lo è stato chiunque ne avesse un qualche interesse vista la eclatante attenzione dei media.
Spiace innanzitutto che venga ricalcato lo stereotipo di un pensiero tipicamente Berlusconiano, per il quale tutto ciò che sta alla sua sinistra è liquidabile come “ideologico” e come annoverabile nella galassia dei “comunismi” variamente condannati dal “tribunale della storia”.
Che la sinistra sia “implosa” per un milione di contraddizioni interne a partire dalla sua litigiosità o, se vogliamo, per “l’eccesso di dibattito”, è un dato di fatto, ed è una cosa che deve spingere le opposizioni (ad iniziare dal Partito Democratico) ad un “ammodernamento culturale” che punti al definitivo superamento delle “diversità di pensiero” quando queste non si esprimano sul “fare” ma siano unicamente dettate dalla sterile contrapposizione degli interessi personalistici delle varie anime interne e dei leaders che le incarnano.
Che sia di gran lunga preferibile un contesto dove c’è la quasi totale assenza di dibattito o dove questo possa essere esercitato solo entro gli stretti limiti imposti dal gradimento del capo è una cosa che fa a pugni con il concetto stesso di democrazia.
Ho seguito la copertura mediatica dell’evento e posso benissimo comprendere l’entusiasmo di chi , assecondando proprie legittime convinzioni, vi si sia trovato immerso, ma scomodare Popper per sostenere che nel nuovo partito si realizza una “piazza delle idee che liberamente si confrontano e di scontrano” mi pare, a dir poco, una forzatura.
Presentarci il partito come espressione di tutta una serie di istanze culturali validamente rappresentate dalle varie leaderships e presentare queste leaderships come espressione di autonomia di pensiero è proprio impossibile da digerire. Nessuno dei leaders citati e dei molti altri notabili del PDL esprime o ha mai espresso il benché minimo dissenso rispetto alla linea del capo e, nelle rarissime occasioni in cui a qualcuno è venuto in mente (leggi Prestigiacomo), abbiamo assistito ad un pronto richiamo all’ordine ed all’umiliante costrizione a smentire se stessi.
L’unica eccezione in questo panorama uniforme del “consenso senza alternative” è data dalle posizioni di Gianfranco Fini che, proprio in virtù di ciò, risulta essere isolato al punto da non poter esprimere neanche una tesi di minoranza. Normalmente (nei partiti veri) ci si scontra proprio sulle tesi e si vota su queste, e laddove queste diverse tesi non giungano ad esprimere una sintesi, si formano maggioranze e minoranze interne.
Qui invece abbiamo un monoblocco che vota il suo capo per acclamazione, un nutrito gruppo di leaders da nessuno dei quali arriva la benché minima nota critica sulle tesi del capo ma solo una serie di “passaggi formali” che vengono scambiati per espressione di “libero pensiero”, ed un (dicesi 1 di numero) leader che contesta molte scelte del capo ma ne viene “benevolmente” tollerato ben sapendo che questa “bizzarria” incide zero sulla politica del governo o sulla totale indisponibilità della maggioranza parlamentare a recepire tutte le istanze espresse dalle opposizioni , ma fa tanto “democrazia interna”.
Concordo (e come non potrei) sulla definizione “partito degli italiani che sembra rappresentarli davvero non solo per quanto essi pensano ma anche per quanto essi sono”. Ma, come dire, concordo per dissentire. In effetti questo partito esprime ciò che in fondo gli italiani in maggioranza sono. Allergici alle regole, disinteressati alla legalità, inclini alla credulità, molto spesso incapaci di formarsi ed avere un’opinione propria, manipolabili nel pensiero, pronti a subire il fascino dell’uomo forte. Con questi caratteri gli italiani hanno premiato elettoralmente (e continuano a farlo) qualcuno che ha fatto scempio del diritto, elevandosene ben al di sopra, ovvero sottraendosi ai normali gradi di giustizia che toccano ad ogni cittadino, e che, non risolvendo nessuno dei suoi conflitti d’interesse, ha accumulato un potere smisurato, che oggi gli consente addirittura di minacciare impunemente la libera stampa come non avviene in nessuna democrazia del mondo.
Vedo che infine Sebastiano si pone il problema di declinare le potenzialità, che il nuovo soggetto esprime, nella nostra città e nella nostra società.
La lettura di questa preoccupazione in chiave elettorale è inevitabile.
Su questo argomento però vorrei spendermi poco, perché quando si parla di politica locale gli animi tendono (chissà perché) a riscaldarsi eccessivamente. Posso solo esprimere un parere di massima dettato da ciò che vedo e sento, ovvero che la situazione del centro destra cittadino e provinciale è tutt’altro che in sintonia con le “bucoliche convergenze” espresse dal congresso fondativo del PDL, e che magari, come sostiene Sebastiano, “una strada è già stata tracciata”, ma l’arrivo mi sembra lontanissimo.
Sulla nostra città vorrei infine dire che credo che essa possa fungere da “laboratorio politico” per soluzioni sostanzialmente (e non solo formalmente) “post-ideologiche”, e che si possa dare finalmente il giusto peso a ciò che è sempre clamorosamente mancata, ovvero la giusta attenzione alle qualità ed alle competenze.
La drammatica situazione - un quindicennio di instabilità amministrativa - lo richiede.
Cordialmente.
Giancarlo Barone.
Eh Turi Turi.....

Proprio tu ci vieni a parlare di personalismi??? Col tuo sindaco saltellante, che pur di vedere il suo nome accanto alla scritta Candidato a Sindaco è sceso a compromessi con la sinistra, approfittando del fatto che la stessa non fosse capace di esprimere una candidatura aggregante e credibile???

Il Popolo delle libertà, non mette da parte nessuno, come tutti i partiti politici, del resto... Sopratutto chi lavora da anni.. Bisogna poi vedere in che senso lavora... Sai, nell'occupazione normale, noi facciamo un lavoro e esigiamo un compenso.. Nella politica, il compenso, e non parlo di compenso economico, ma di riconoscimenti, arriva da solo, nessuno può esigerlo.. E se pur di avere un riconoscimento, si è disposti a buttare al vento il lavoro di anni (come tu sostieni), disposti a cambiare bandiera al solo scopo personalistico, non so dirti cosa possa essere più opportuno...

Al Dott. Barone, che critica aspramente il nuovo soggetto politico, protagonista, già da un anno con questa veste, ma da anni come composizione partitica, vorrei chiedere solamente, in anni di governi di centro sinistra, e ce ne sono stati, perchè tutti voi ben pensanti, possessori indiscussi della moralità, della cultura, del bene comune, della giustizia, non avete (e parlo di chi vi ha rappresentato e, ahime, ha rappresentato un'Italia che non c'è di fatto) messo mano ad una efficace legge sul conflitto di interessi???

GLi Italiani non sono cultori dell'illegalità, siamo un popolo diverso dagli altri, che riesce a vendere in tutto il mondo anche solo una semplice fantasia, siamo gente per bene, con la grande ricchezza di tantissime piccole e medie imprese che, dal vostro caro amico Romano & Co., sono state pesantemente e ingiustamente tartassate senza averne alcun ritorno.. Uno stato che riscuote i tributi, non deve ridistribuirli con la vostra idea post comunista, deve renderli alla comunità come opportunità, sopratutto per le imprese che sono i pilastri portanti della Nazione. Imprese che crescono, nuove che nascono, che si inseriscono nei nuovi mercati, non producono esclusivamente l'arricchimento del "padrone", ma creano occupazione e stabilità. Gli Italiani, questi Italiani, se vedessero realizzato quanto serve per un miglioramento delle condizioni di vita, sociali, occupazionali e, perchè no, di profitto personale, vedrebbero i tributi non come tassazione, ma come investimento.
L'eccesso di democrazia che vantate all'interno del PD e del centro sinistra in genere, ad oggi, ha portato solo forme diverse di immobilismo, che blocca le grandi opere, col semplice pretesto di chi difende, solo coi no, un ambientalismo che di fatto porta all'arretratezza in cui, ahime, l'Italia si trova.. Non voglio sostenere, non fa parte delle mie idee, la cementificazione, ma di certo la necessita di ammodernamento infrastrutturale di cui l'Italia necessita per attrarre investimenti, e stimolarne gli interni.
Vede, io da qualche anno, vivo nel settore turistico, ho lavorato con il 4° tour operator italiano in giro per il mondo, e il problema che viene fuori, quando si parla di turismo in Italia e in Sicilia in particolare, è sempre quello infrastrutturale, di collegamento..

Per tornare alle orde barbariche, lei che ha queste considerazioni sulla PDL, come giustifica le bufere giudiziarie che hanno decimato il PD???

In ogni caso, il popolo stolto, come si può riassumere dal suo commento, ha premiato, ancora una volta, tutto ciò che Berlusconi, la destra, il centro destra rappresenta in Italia.
Il resto sono solo chiacchere da bar più conformi al calcio che alla politica...
Cordialmente

Vincenzo Trobia
Gli approdi non nascono..esistono

Caro Sebastiano, vedi a me piace la gente che non usa frasi ad effetto...e un pochettino infamanti... decontestualizzate dal discorso che non può sostenere... in quanto privo dei fondamentali elementi culturali che lo configurano come tale...
e dunque..di punta e tacco e improvvisamente si scrivono frasi di questo tipo:

"spargere veleno quindi non serve, fa perdere solo tempo."

Queste frasi, provocatorie te le devi risparmiare perchè non servono alla discussione... semmai a gettare fango su chi riporta, e lo fatto apposta, frasi che fanno bella mostra di se in uno dei primi quotidiani nazionali...Anche perchè se la stessa frase l'avessi scritta io magari sarebbe stata censurata...

Tu ci hai raccontato della tua partecipazione alla festa degli italiani hahahahahaha ed io per contrappasso non ho acceso neanche la televisione...
Dunque mi sono risparmiato questa toccante sceneggiata fatta da ragazze e ragazzi che messi nelle prime file applaudono a gettone...
Quando cancellerai questa frase, che trovo poco gradevole, forse ti darò la risposta che meriti...

Se poi pensi che scrivere sia una perdita di tempo puoi sempre fare sempre a meno...Ma se scrivi devi anche accettare che si affermino, in contraddittorio idee diverse dalle tue...Anch'io avrei potuto scrivere sulle tue cose che spargi solo veleno e fai perdere tempo....ma non l'ho fatto...perchè non lo penso e per il rispetto alla persona che tu, da avvocato, non mi hai riconosciuto...Sai che ti dico..che devo rivedere la mia posizione nei tuoi confronti e finalmente metterti di fronte alle moltissime contraddizioni di cui sei portatore...
Io rimango sempre di sinistra quella più vicina a Gesù Cristo,superstar. quello messo in croce, e non quello che molti, venendo meno le ideologie del passato secolo: pregano per fini politici..

Cordiali saluti, Spiros
Voglio anzitutto scusarmi con gli utenti per l'aggiunta di un ulteriore mio commento: il precedente ho dovuto interromperlo di colpo (e si vede!).

Meglio così, potrò dire la mia anche su quanto ha scritto Giancarlo Barone.

Concludo la mia riflessione su quanto ha postato Saro Spinello, completando il mio pensiero su Tremonti. Al quale davo atto di aver visto -controcorrente e contro ... Goldman Sachs- la deriva di certa globalizzazione.

Tremonti è molto più convincente da tempi molto meno sospetti -forse perchè più acconcio al piano su cui lavora il Ministro dell'Economia- nel suo richiamo ad una nuova Bretton Woods, una riscrittura delle regole della finanza e del mercato globali. Ma, lo confesso, neanche a me la finale de La Paura e la Speranza mi ha convinto del tutto, troppo frettoloso essendo il passaggio ad una proposta (quella sui valori, che Reichilin liquida con l'espressione "Dio, patria e famiglia") che non mi pare così facile da poter -con la politica- adottare e far adottare.

Questo mi porta a quanto scrive Giancarlo. Il quale mi consente una precisazione che è anche un distinguo. La precisazione è che non intendevo, affondando sul passato (1989-2002-2009) dare degli ideologizzati a tutti quelli che non militano nel P.d.L., nè soprattutto a quelli che stanno nel PD.

Il distinguo si pone da solo: è vero, infatti, che Berlusconi l'ha fatto, ma io -appunto- non sono d'accordo. Il PD è una cosa seria, con le sue contraddizioni, ma una cosa molto seria perchè è il primo tentativo -a sinistra- di creare un partito candidato al governo che cerca -ad esempio- di sganciarsi dalla logica "battere ad ogni costo Berlusconi" per arrivarci.

Quanto alla "linea del capo", sul posto ho potuto notare qualcosa di più: Giorgia Meloni, Gianni Alemanno e Roberto Formigoni, ad esempio, hanno fortemente invocato il ripristino delle preferenze nel voto alle politiche. E non credo che lasceranno che questo appello cada nel vuoto....

Quanto a Fini ed alla Prestigiacomo, il loro dissenso maggiore è sui c.d. temi etici, riguardo ai quali, francamente, Berlusconi avrà pure una posizione, ma ne è stato così geloso da tenersela ben stretta tutta per sé....

Gli italiani "reali" poi: è l'accenno più amaro del commento di Giancarlo e sapevo che la mia riflessione poteva suscitarlo. Non risponderò con l'argomento PD-Napoli, sarebbe superficiale ed inutilmente polemico farlo. La verità è che nel nostro modo di essere si intrecciano tante e tali di quelle cause (non solo politiche, ma sociali, religiose, storico-antropologiche) che ci vorrebbero volumi -e non frasi- per parlarne.

Ed esempio: non sarebbe giusto dire, fra le tante concause della denunciata allergia alle regole dell'homo italicus, ci sia senz'altro -anche, non solo-il loro indiscriminato, intollerabile ed insopportabile proliferare?

Non posso però -nè voglio e non certo per malevolenza, ma per non tediare- replicare su tutto.

Sul locale una cosetta la voglio, però, dire: non ci sarebbe stato alcun atteggiamento dei "vertici", come li chiama Giancarlo Barone, se non fosse venuta una spinta, una proposta, dal livello locale e se questa proposta non avesse avuto, a sua volta, il conforto non solo dei consensi (tutti da riconquistare, è vero, ma nient'affatto irreali od irrilevanti), ma della solidità e soprattuto dell'assonanza politica con quello che il P.d.L. vuole rappresentare: un momento ed un fattore di forte sintesi del quadro politico. Questo, era ovvio, avrebbe creato delle resistenze nei due partiti a livello locale, ma nessuno ha chiesto a qualcun'altro di lasciare la guida del partito nè, peggio, di mettersi da parte, ma -semmai- di lavorare assieme.

Purtroppo questa sintesi (in un unico partito e gruppo consiliare) dovrà maturare e compiersi, rebus sic stantibus, dopo le elezioni, perchè è il sistema elettorale siciliano (premiando le coalizioni e non le liste più forti) a rendere fisiologica la dispersione del consenso con il pretesto di voler rendere il più votata possibile la figura del Sindaco, con il risultato però di esporlo alla "casualità" e ad un tasso di maggiore disomogeneità del Consiglio Comunale. Uno dei veri mali di questi anni....

Mi scuso per la lunghezza, e ricambio le cordialità di tutti.
s.m.
Caro Turi, da una parte sono contento di aver preso il visrus pasqualino, visto che in giro ci sono epidemie peggiori...

Inizio subito dicendoti che io non rappresento nessuno, nessuno schieramento, sono solo un elettore che guarda a chi affiderà il suo voto e guarda con interesse alla politica nazionale..
E' cosa nota, da tempo, che le mie idee sono sempre state a destra e che guardo con particolare interesse il PDL, nel quale mi riconosco, senza alcun ruolo all'interno dello stesso. Quindi mi pare fisiologico guardare e parlare degli altri, perchè siete tutti "altri"!!
Per tornare ai personalismi, mi sono semplicemente riferito alle tue accuse di personalismo all'interno della PDL, adducendo le mie personali e discutibilissime tesi su ciò che vedo..

Certo è, e non me ne volere per questo, che non riesco a concepire, comprendere, condividere, e credere in una convergenza di idee e intenti tra persone che hanno visioni diametralmente opposte, anche se, e lo so per certo, c'è chi è disposto a mettere da parte se stesso, rinnegare anche il suo passato e le sue idee pur di raggiungere il suo scopo..

Per ciò che riguarda il timore, mio personale, non è di una sconfitta del PDL, ma di Pachino, che, anche se ormai, da tempo, non è più il posto dove vivo, rimane sempre la mia, come la nostra città.. Ed è sempre più sconfortante tornare a casa e vedere il degrado, l'abbandono, la mancanza di programmazione turistica(perdonami, ma è il settore in cui lavoro e che, egoisticamente, gradirei fare al mio paese, e che comunque vedo come unico volano per la ripresa di Pachino e di rilancio degli altri settori).
Di questo non do, ovviamente responsabilità a te o alla tua compagine, ma a tutti coloro che vi siete succeduti al palazzo di città e sono presenti in tutti gli schieramenti in campo.
Qualcuno diceva I have a dream! ma qui non si tratta di rivendicazioni razziali, ma del sogno di vedere la nostra città iniziare a splendere, come le nostre vicine realtà (Pozzallo, Rosolini, Ispica etc.) hanno fatto.
Non ho dubbi che il vostro movimento si fatto di teste e gambe, ma secondo me, oggi, il nostro paese ha bisogno di cuore, dell'amore che, molti di voi e di altri schieramenti, non avete avuto per la città e, certamente, non potrete avere domani, occupati a tirare dagli opposti estremi per difendere, legittimamente, le vostre divergenti idee.
Perdonami inoltre un ultimo appunto, io non sono nè un esperto, nè un insegnante sia di politica che di politica del centrodestra, sono semplicemente un umile lettore e ascoltatore di idee, queste mi aiutano a crescere, a capire, e comporre le mie, sono uno che ascolta e legge tutto e tutti, ma, se permetti, ogni tanto esprimo la mia opinione, magari sbagliata, partendo da ciò che conosco e attendendo che qualcuno le confuti. E' anche per questo che posso vantare amicizie che vanno oltre le mie ideologie, ci sono tante persone a cui chiedere, con le quali, abbiamo sempre avuto confronti, anche aspri e duri, (chiedi a Roberto Bruno o Mario Borgh o altri) senza scadere in certi discorsi da bar dello sport che ogni tanto mi capita di ascoltare..

Cordialmente

Vincenzo Trobia
hahahahahahah guarda che il sottoscritto non è affatto "incazzato"...come scrivi...La frase buttata in mezzo al mucchio anche se riferita ad Alfredo...ma non si capisce...ed è ambigua... non ti fà onore.
I Nani e le ballerine hanno uno spettro ad ampio raggio tanto che sono presenti in uguale percentuale sia a destra che a sinistra... Per non dire di coloro che stanno nella terra di mezzo...che nani e pupi lo sono per natura cogenita e ammorbati dall'ira funeste del gattopardismo kennediano....Alterarsi per una locuzione circense che viene usata da tutti: non può essere motivo e prestesto di tale scelta....La vera storia è che togliendo quella frase, avulsa dal contesto, e buttata in mezzo per fare chissà cosa: non è nel tuo stile...E questo mi ha, semmai, rammaricato nel vedere come la politica può in breve alterare i rapporti personali...
La verità credo sia altra e dipende dalla mia posizione, lontana dal contesto è sicuramente vista da molti con evidente fastidio...ne prendo atto e agisco di conseguenza...ovvero continuo a scrivere....hahahahahah Per quanto riguarda la questione che molti riferiscono al dibattito che si è sviluppata in questo sito è secondo il mio parere una rivoluzione... nei rappporti politici locali... anche se la vera politica, diciamocelo (alla La Russa hahahahahaha ),quelli che contano e che determineranno nei fatti una nuova tragedia per Pachino usano l'accortezza di state lontani dal confronto..
Io tuttavia credo che discutere e dibattere varie problematiche sia un fatto altamente positivo...
checchè ne possano pensare quelli che scrivendo pensano che non serve a nulla....( se andiamo alla filosofia parmenidea si dà spazio anche al Nulla..per tanto possiamo allegramente continuare)
Ma lo sarebbe ancora di più se anzichè affrontare questioni che per sua natura portano alla divisione...su questioni astratte e di principio ( diciamo post ideologiche)..sarebbe il caso di dibattere, e magari dividersi, su cose che riguardano un programma generale per Pachino...
cioè sul leninistico : che fare???
Io per esempio vorrei fare una domanda...a Sebastiano....ed è la seguente..Il Pdl di Pachino è pro o contro la istituzione di Parchi e riserve nel territorio di Pachino??? O lo stesso pensa come scriveva un pubblicista che si stà avviando la sovietizzazione del Pachino, con espropri generalizati di buona parte di territorio????

cazza la vela...spiros
Ciao Salvatore. Sono il virus Pasqualino. Posso entrare ancora sotto le vostre lenzuola? Soltanto per dirti che tu stai facendo il tuo lavoro in questa campagna elettorale. E' stato furbo da parte vostra cercare di fare le sirene per attirare in questo progetto qualcuno del centro destra che poi avreste presentato a Candidato Sindaco. Quello che disturba in questa discussione sia me che l'amico Enzo Trobia (e fuori da questa discussione tantissimi estimatori di AN) sta nel fatto che ad abboccare sia stato uno che si vanta di avere la tessera di AN da 1994. Se voleva avere un importante ruolo nella futura amministrazione doveva soltanto favorire la nascita, senza alcun trauma, del PDL di cui faceva automaticamente parte. Quello che disturba ancor di più è vedere i vertici di AN pranzare (o prendere un caffè o raccontare barzellette) con il segretario dei DS di Pachino. Non è che ciò sia vietato ma se non è mai successo prima è alquanto strano che succeda ora.
Quello che disturba ancor di più è capire che già dall'inizio questa era stata una azione programmata per dare fastidio ad un potenziale candidato a Sindaco su cui AN ha messo il veto soltanto perchè quest'ultimo ha avuto nel passato romano qualche problema personale con un importante componente di quel direttivo. Allora siamo alle solite!!!!!! Già 3 anni fa tanti dal centro destra di Pachino votarono il candidato a Sindaco della Sinistra Campisi per via di questo problema personale. Ora ci risiamo!! E perchè le sorti di un paese (già dal giugno del 2006 con tutto quello che è successo) dovono sottostare a queste assurde "regole" che nulla hanno di politico. Come ho detto nel recente passato, Pachino non ha più bisogno di liti. Pachino ha bisogno di essere governata per risollevarsi dalla catastrofe, auspicandosi che amministrazione ed opposizione facciano in futuro azioni comuni per il bene del paese.
Adesso fammi uscire da queste lenzuola prima che possa vedere cose scandalose!
Sempre cordialmente - Pasquale Aliffi