Cari/e Compagni/e,
l’ambiguità politica che prende il nome di “larghe intese” si presenta come parossistica. Il PD ed il PDL in verità sono già nella stessa maggioranza da quasi due anni, dalla nascita del governo tecnico di Monti. Il compromesso, siglato prima con la candidatura di Marini al Quirinale, poi col tradimento dei 101 (che ha impallinato il PD sul voto a Prodi) ed infine con la riaffermazione del Presidente Giorgio Napolitano, ha di fatto ripristinato la gestione tecnocrate del precedente governo spezzando l’ormai fievole rapporto con i tesserati e l’elettorato del centrosinistra che ai gazebi delle primarie natalizie aveva consegnato ai nostri dirigenti la speranza di un’Italia diversa. Vero è che il nuovo Parlamento, così come designato dal voto di febbraio, non presentava a quella data alcuna maggioranza che consentisse alla nostra coalizione di governare il paese, ma non è altrettanto vero che non ci sarebbero state altre alternative all’attuale inciucio che vede sedere i nostri delegati accanto ai seguaci del pregiudicato Berlusconi, rovesciando di fatto il senso di vent’anni di dura opposizione al centrodestra. La necessità di una stabilità politica, in un momento storico di crisi non solo economica ma sociale e valoriale, ci costringe temporaneamente ad ingoiare l’amara e ambigua situazione e ci pone innanzitutto dinanzi ad una questione identitaria.
Chi è il PD? O meglio, chi e cosa vuole essere?
Alla domanda: “Lei riesce, almeno, a farsi capire dai compagni del suo partito?” , Pertini rispose: “Mica sempre. Mi accusano di non avere souplesse. Dicono che un partito moderno si deve adeguare. Ma adeguare a che cosa, santa Madonna?”.
Lo spirito della visione di partito che ha
Pippo Civati parte proprio da qui, da queste tradizioni politiche che possono sembrare antichissime e per le quali vale la pena tornare indietro e risalire la storia della nostra cultura politica perduta.
Il partito di Civati è un partito che si cimenta nel dialogo, nel confronto e nel conflitto, che discute e che delibera; un partito che trova una misura con la gestione del potere ed è soprattutto luogo di elaborazione e di proposta, capace di offrire al Paese soluzioni che non ci sono, in un’idea di Sinistra non proprietaria, sana perché conflittuale e non fintamente unanimistica, che superi il falso dilemma partito liquido vs partito solido con cui ci siamo ammorbati in questi anni; un partito organizzatissimo perché sia relazionale e capace di includere chi non ne fa parte. Un partito che non perda il contributo che SEL ha dato durante la tornata elettorale e che non dimentichi il consenso che gli Italiani hanno espresso col referendum sull’acqua pubblica, che consideri seriamente la questione dei beni comuni. Un partito che attui la Costituzione piuttosto che modificarla con l’appoggio di chi l’ha calpestata e continua a denigrarla; un partito che risolva le disuguaglianze, che tuteli il diritto al lavoro ed il lavoratore da ritorsioni (la vicenda dei lavoratori delle acciaierie della famiglia Riva è un triste esempio di questi giorni) e da forme di subalternità contrattuale, che riporti al centro della discussione politica il lavoro e la tematica dello sviluppo piuttosto che la sterile diatriba sui patrimoni (IMU si, IMU no), che investa sui giovani, che avverta l’esigenza del ricambio generazionale in quanto humus per le riforme di cui questo Paese ha bisogno e che conosca come flessibile il confine di un’Europa sempre più a portata del cittadino.
Un partito che ripudi “quelli di sinistra che odiano la sinistra” (per dirla con le parole di Michele Serra). Un partito che si costruisca dal e col contributo dei circoli, dei militanti, dei simpatizzanti.
Un partito nel quale “quelli che hanno letto un milione di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare” possano solidariamente lavorare insieme; un partito nel quale il futuro non diventi passato perché questo clima di sfiducia va superato col contributo di tutti.
Vi invito ad iscrivervi al
comitato per Civati aderendo alla piattaforma online www.civati.it o inviando una mail con le vostre generalità all’indirizzo vitalianod@hotmail.it, per essere informati sulle novità e le iniziative del circolo PD di Pachino.
Partecipate attivamente per celebrare l’importante momento del congresso perché , come recita lo slogan della mozione congressuale per Civati,
“le cose cambiano, cambiandole”.
Vitaliano Dilorenzo