Volontariato in difficoltà a Pachino
Prima di iniziare questo argomento, voglio precisare, che tutto ciò verrà scritto qui di seguito, scaturisce da un sondaggio, effettuato dall’Associazione A.N.O.P.A.S. di Pachino, che ha svolto un’indagine statistica fra un campione di cittadini, aderenti e non ad associazioni di Pachino.
Le domande sono state poste verbalmente e sono le seguenti:
1) Cosa ne pensa delle Associazioni di volontariato di Pachino?
2) Le Associazioni sono aperte a tutti?
3) Chi sono i protagonisti delle associazioni?
4) Le ritiene utili, operanti e attive?
5) Secondo Lei come si supportano economicamente queste associazioni?
6) Le associazioni agiscono con trasparenza?
7) Esistono associazioni importanti e non.
8) Esistono veramente tutte le associazioni?
Le realtà associative di Pachino ed in particolare quelle che si interessano di volontariato, stentano oggi ad operare, per vari motivi.
Da un po' di tempo si registra una vistosa flessione delle attività di volontariato, non è che negli anni passati si sia fatto tantissimo, ma comunque si riusciva quanto mento a trasmettere i messaggi, e a sensibilizzare i cittadini sulle problematiche del disagio a tutti i livelli.
Quali sono le problematiche, che oggi incontrano le Associazioni di volontariato?
Al primo posto; è risultato il problema economico, e cioè la mancanza di sostegno degli enti e delle strutture preposte al controllo e al sostegno delle stesse.
Al secondo posto; la mancanza di una propaganda, mirata a far conoscere i veri obiettivi, e, le funzioni di ciascuna delle organizzazioni di volontariato.
Al terzo posto: La mancanza di trasparenza, tante volte dovuta alla poca professionalità, dei dirigenti delle O.d.V., e al mancato controllo degli organi dirigenziali delle stesse.
Al quarto posto; la mancanza di un coordinamento, che possa agevolare le operazioni di solidarietà sociale e umanitarie, considerando le finalità e gli obiettivi, che ognuna delle O.d.V. vogliono raggiungere, tenendo presente quello che le altre associazioni stanno proponendo, per evitare una sorta di invasione di campo, che potrebbe venirsi a creare. Quindi lavorando in sinergia e proponendo interventi più incisivi e mirati.
Al quinto posto; Il sistema di cercare di coinvolgere, le altre O.d.V. proponendo della collaborazione mirata ad ottenere, risultati per le proprie iniziative, senza tenere presente il ruolo e le aspettative delle altre, che potrebbero interferire fra loro.
Al sesto posto; la presenza di Organizzazioni che spaziano in tutti i settori senza avere una vera e propria posizione giuridica, e che operano con opportunismo a seconda, le occasioni che si presentano, rasentando anche l’illegalità, creando confusione nei cittadini, che a sua volta perdono quella fiducia che per tanti anni, hanno avuto nelle O.d.V.
Al settimo posto; la presenza sempre più numerosa, di individui, che hanno interessi politici, economici, e che aderiscono alle associazioni condizionandone le attività e fuorviando le iniziative che dovrebbero essere a scopo solidale, umanitario e di autofinanziamento.
All’ottavo posto; La mancanza di spirito associativo, l’assenteismo, nelle attività logistiche, di mantenimento, e di manutenzione delle strutture e delle attrezzature, delle funzioni assembleari e dirigenziali, la partecipazione a riunioni programmatiche, di formazione etc.
Al nono posto; La spasmodica ricerca del finanziamento o del contributo facendo perno sulle conoscenze, sui favori o sulle raccomandazioni da dirigenti, responsabili o amministratori di Aziende pubbliche e private. Senza contare che tutto ciò va a discapito di quelle O.d.V. che veramente operano e che potrebbero assicurare interventi reali e utili.
Al decimo posto; e rilevata proprio da pochissimi intervistati, la presenza sul territorio di Associazioni cosiddette “fantasma”, che esistono solo sulla carta e sugli elenchi degli aventi diritto a sostegni economici.
Altri rilevamenti molto esigui e sicuramente non trascrivibili, sia per la loro infondatezza che per la tutela della privacy, non vengono riportati su questa relazione.
Tutto ciò che abbiamo rilevato dalla suddetta, deve servire a tutti a far riflettere, e a costruire una vera e propria “task force” della solidarietà a Pachino, senza lasciare soli quelle persone che danno e hanno dato tanto, senza risparmiarsi, e riconoscendo che fino ad oggi si è sempre operato nella precarietà, dando spazio a tutti, perché nel volontariato c’è posto per tutti.