Approfittando di un dibattito su Marzamemi di questi giorni, vorrei anche io -a nome mio e dell’APAC- esprimere la mia opinione, anche sulla base delle esperienze degli anni passati.
Vorrei ricordare a tutti che, se Marzamemi è diventata meta turistica, è per la bellezza del suo mare, della sua piazza, del Cortile arabo, della balata, della tonnara, del palazzo di Villadorata, delle casette dei pescatori …
Ciò significa che anche le attività commerciali lì presenti hanno aperto e possono svolgere la loro attività solo grazie alla bellezza e al fascino del nostro borgo marinaro.
Ora, se è vero che gli esercenti hanno degli obiettivi e delle loro esigenze, è anche vero che non è il borgo che deve sottostare alle esigenze degli esercenti, ma
sono questi ultimi che devono organizzare la loro attività e il loro legittimo desiderio di lavorare
subordinandosi alle esigenze del territorio, per evitare che il turista che viene venga una volta sola e non ritorni più.
In questo senso invito l’Amministrazione comunale ad avere come obiettivo primario la salvaguardia del borgo e le aspettative dei turisti, non preoccupandosi in maniera eccessiva delle esigenze dei commercianti (chiunque essi siano), pur non dimenticandosi di loro.
A volte, infatti, sembra che ci sia un andazzo generale spesso ingovernabile, che rischia di danneggiare Marzamemi e quindi la sua finalità turistica.
Si eviti allora
che il nostro meraviglioso borgo
diventi un ristorante a cielo aperto (in cui non si rispettano minimamente le dimensioni dove collocare i tavoli, che ormai si vedono dappertutto) e un posto in cui (soprattutto la sera) diventa sempre più difficile muoversi ed ammirare.
Se non si sta attenti, Marzamemi –invece di essere sempre più valorizzata- diventerà in modo ancor più grave un luogo per dei giovani malandati, provenienti anche da fuori, che considerano il borgo marinaro il loro ritrovo notturno, con delle conseguenze disastrose per tutto il territorio.. Ciò non significa generalizzare, ma guardare la realtà affinché venga bene attenzionata, al fine di salvaguardare i tanti giovani che invece si comportano normalmente e non hanno propensioni strane.
Certamente, Marzamemi è anche luogo culturale, turistico e di ritrovo di famiglie intere ed è proprio questo aspetto che bisogna potenziare. Ma per fare ciò bisogna programmare, stabilire delle regole ben precise, decretare gli spazi esterni da occupare e pretendere che tali spazi vengano rispettati, impedire costruzioni che potrebbero contrastare con l’ambiente, dare degli orari per quanto riguarda per esempio la musica a volume sostenuto, esigere che vengano rispettate le norme relative agli alcolici (non vendere un certo tipo ad una certa ora, non venderli ai minorenni, per la consumazione dare bicchieri di cartone o di plastica invece delle bottiglie di vetro o le lattine, ecc.). Di conseguenza,
l’Amministrazione comunale deve farsi carico della sua valorizzazione nel rispetto delle sue peculiarità (che non devono e non possono essere sottovalutate in nome di esigenze di mercato) e anche la
soprintendenza dei beni culturali dovrebbe sentirsi in obbligo di interessarsi maggiormente, affinché controlli la zona, blocchi eventuali lavori non opportuni, dia delle direttive al fine di conciliare la bellezza del luogo e la sua fruizione anche dal punto di vista culinario e di trattenimento in generale.
Senza delle regole ben precise di tipo logistico e comportamentale, Marzamemi rischia di scadere di qualità e non si possono delegare solo alle Forze dell’ordine il controllo e la protezione del territorio, ma è necessario che vi siano degli interventi di tipo politico nonché la responsabilità e la presa di coscienza dei commercianti del luogo e di tutti i cittadini, affinché Marzamemi rimanga una delle più belle perle della Sicilia.
Nino Gullotta
Pachino, 20 Maggio 2012