Egregia signora Mometti, presidente del Cenaco Terranobile,
non ho mai riportato - nei miei pezzi - "sue dichiarazioni" a proposito di sue possibili dimissioni dal Cenaco, ho riferito "alcune indiscrezioni" (cosa ben diversa) che componenti del Cenaco stesso (non del direttivo) mi hanno dato. Per fortuna non siamo nella Russia stalinista o nell'Italia fascista: non aspettiamo le veline per scrivere un pezzo.
Le informazioni in mio possesso non sono false, nei miei pezzi ho evidenziato la spaccatura del direttivo circa l'affidamento della progettazione per i fondi del bando pubblico. E questa spaccatura è evidente a tutti quelli che hanno seguito la questione del Cenaco Terranobile. Ovviamente, Lei da presidente deve smentire e lo capisco. Tra l'altro, parliamo di un direttivo in scadenza. E mi risulta di suoi contatti con un "influente politico portopalese" per discutere di un possibile cambio di presidente del Cenaco prima della sua scadenza naturale.
Alcuni soci del Cenaco mi hanno riferito che "il direttivo non è compatto". E sorvolo sull'immobilismo del Cenaco che ha perso delle opportunità di finanziamenti da parte di qualche ente per realizzare delle iniziative.
Massima stima per il notaio che ha redatto l'atto, ci mancherebbe, la mia osservazione nasceva dal fatto che, contando i componenti del direttivo, me ne risultavano sei (Lei, Carmela Latino, Sebastiano Petralito, Orazio Candiano, Renzo Cannarella e Francesco Lentini). Evidentemente, mi era sfuggito che Candiano era un "dimissionario". Di questo mi scuso ma è cosa ben diversa rispetto alle sue insinuazioni sulla mia correttezza giornalistica.
Nessuna mala fede da parte mia, solo l'intento di informare sull'attività del Cenaco portopalese.
Un pezzo si può scrivere a prescindere da "dichiarazioni ufficiali" stile Pravda o Littoriale.
Condivido pienamente, invece, l'ultima parte del suo comunicato e l'invito a lavorare in sinergia tra enti pubblici e realtà private.
Cordiali Saluti
Sergio Taccone
Giornalista, collaboratore quotidiano La Sicilia