Per il settimo appuntamento con la segnalazione settimanale del Cinecircolo Don Bosco, oggi si è scelto un libro sul Natale: IL MISTERO DELLA NOTTE SANTA, del filosofo Dietrich Bonhoeffer (Breslavia, 4 febbraio 1906 – campo di concentramento di Flossenbürg, 9 aprile 1945), pubblicato nel 2003 dalla casa editrice Gribaudi. L’autore parla del Natale come evento che cambia radicalmente il modo di intendere le relazioni fra gli uomini. Accusato di cospirazione contro il regime nazista, Bonhoeffer fu rinchiuso in isolamento nel carcere berlinese di Tegel, in una cella sudicia senza che nessuno gli rivolgesse la parola.
Il mistero della notte santa
di D. Bonhoeffer
Editore Gribaudi (2003)
Il messaggio cristiano vuole cambiare l'uomo affinché regnino la pace e la giustizia. La mangiatoia e la croce sono per Dietrich Bonhoeffer le tappe fondamentali sulla via del cambiamento. I brani di questo libro, con le immagini che li accompagnano, ci invitano a riflettere sul Natale con Dietrich Bonhoeffer e a sperimentare la credibilità delle interpretazioni per la nostra epoca e per la nostra vita.
Scrive Bonhoeffer:
Nel Natale abbiamo la possibilità di contemplare quanto Dio si sia fatto vicino all’uomo, solidale con lui, partecipe in prima persona di ogni suo sentimento, di ogni sua sofferenza…
Cristo nella mangiatoia [...]. Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro [...]. Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”; dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”. Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente incomparabile. Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato”.
Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima, lì egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del suo amore, della sua vicinanza e della sua grazia.
La mia vita dipende adesso unicamente dal fatto che questo bambino è nato, che questo figlio ci è dato, che questo discendente di uomini, che questo Figlio di Dio mi appartiene, dal fatto che lo conosco, ce l’ho, lo amo, dal fatto che sono suo e che egli è mio. Dove Dio viene agli uomini e si unisce ad essi per amore, lì tra Dio e l’uomo, e tra uomo e uomo è conclusa la pace.
Se temi l’ira di Dio, va’ dal bambino nella mangiatoia e lasciati lì donare la pace di Dio. Se sei in lite con tuo fratello e lo odi, vieni e vedi come Dio è diventato per puro amore nostro fratello e ci vuole riconciliare fra di noi. Nel mondo regna la violenza, questo bambino è il principe della pace. Dov’egli è, lì regna la pace….
“Non dovete pensare che io mi lasci abbattere da questo Natale in solitudine. Guardando la cosa da un punto di vista cristiano, non può essere un problema particolare trascorrere un Natale nella cella di una prigione. Molti in questa casa celebreranno probabilmente un Natale più ricco di significato e più autentico di quanto non avvenga dove di questa festa non si conserva che il nome. Un prigioniero capisce meglio di qualunque altro che miseria, sofferenza, povertà, solitudine, mancanza di aiuto e colpa hanno agli occhi di Dio un significato completamente diverso che nel giudizio degli uomini; che Dio volge lo sguardo proprio verso coloro da cui gli uomini sono soliti distoglierlo; che Cristo nacque in una stalla perché non aveva trovato posto nell’albergo; tutto questo per un prigioniero è veramente un lieto annunzio (tratto da “Resistenza e Resa” di D. Bonhoeffer).