Se ce una cosa che troviamo veramente spassosa in certi (ahimè molti) politici pachinesi è la loro convinzione di poter ribaltare le verità più scabrose con poche contraddittorie frasi tratte dal manualetto dei “Luoghi comuni del piccolo politico locale”. Frasi mandate a memoria senza riflettere sulle castronerie che esse si portano dietro, maturate nell'idea che gli elettori ed i lettori di giornali e blog siano tutti una massa di cretini.
Le affermazioni rilasciate alla stampa dal consigliere Rabito sono una perfetta sintesi di queste contraddizioni e luoghi comuni. Ci auguriamo che alla fine non spunti fuori (come oggi accade a livelli più alti) che le sue frasi sono state “fraintese”. Non abbiamo motivo di crederlo data la serietà professionale del cronista che le ha raccolte.
Proviamo ad esaminarle più da vicino.
Mettiamo per un attimo da parte alcune vere e proprie perle di politichese che ricorrono spesso in bocca a coloro che tentano di scrollarsi di dosso pesanti responsabilità politiche ( la più gettonata è sempre quella della “pagliuzza e della trave nell'occhio”). Leggiamo le considerazioni, anche serie, sul crescente disagio riscontrato da questo Consigliere all'interno della propria coalizione per la conduzione della campagna elettorale con la quale, ad un certo punto, si è trovato in disaccordo.
Sarebbero argomentazioni serie e rispettabilissime, se non contenessero alcuni “buchi” che fanno a cazzotti con la logica e il buon senso, e in quanto tali sono oggetto dell'accesa polemica che oggi infiamma lo scenario politico di questi giorni.
Egli afferma di dichiararsi “indipendente”. Se le parole hanno un significato, ciò vuol dire che si ritiene indipendente sia dal gruppo di maggioranza che da quello di opposizione. Successivamente leggiamo la seguente dichiarazione: «Io ho solo avuto il coraggio delle mie azioni cosa che altri non hanno fatto, e non ho messo alcuna condizione”.
Anche qui, se le parole hanno un senso, dichiarare da parte di un indipendente di non aver messo alcuna condizione può solo significare di non aver chiesto nulla per se stesso, né alla sua originaria coalizione di appartenenza, né alla coalizione avversa nella quale non intende confluire (è indipendente... no?)
Ma se il Consigliere: a) è indipendente e b) non ha posto alcuna condizione, allora che senso dare alla frase “È allora che ho deciso di lasciare in favore di una coalizione che si è rivelata molto più trasparente e democratica”?
Ed infine perché mai il Sindaco in testa, e buona parte della sua maggioranza (non tutta a quanto pare) vogliono dare a costui la carica di Presidente del Consiglio Comunale? Quali straordinarie qualità di saggezza e capacità di mediazione gli riconoscono, che sfuggono a noi ed alla gente comune? Forse la sua accertata capacità di sapersi mantenere “super-partes” nel senso letterale del termine?
Qualcuno ce lo vuole spiegare senza venirci a dire che abbiamo la trave nell'occhio e senza, per favore, pensare che abbiamo anche l'anello al naso? Stiamo forse fraintendendo?
Se è così il consigliamo al Consigliere Rabito una semplicissima soluzione che può levare d’impaccio: lui; l’Amministrazione (che si trova a gestire questo difficile passaggio); ed entrambi le coalizioni di maggioranza e minoranza dalle quali si è dichiarato equidistantemente indipendente ma che si scorneranno sulla questione della Presidenza anziché trovare una soluzione condivisa e bi-partisan, come sarebbe giusto per una carica istituzionale a garanzia dell’intero Consiglio.
Dichiari di non voler concorrere alla carica di Presidente del Consiglio Comunale aiutando tutti noi a riconoscere dignità alle dichiarazioni da lui rilasciate e togliendoci questa fastidiosa sensazione di essere presi in giro.
Per il Coordinamento di Città Etica
Il Presidente
Giancarlo Barone
www.citttaetica.it