Ricevo dal Consorzio di Tutele IGP Pomodoro di Pachino e pubblico la seguente comunicazione:
A quanti ancora continuano a giocare allo sfascio abusando - non è chiaro quanto in buona fede - del nome “Pomodoro di Pachino”, un nome che si è conquistato nel tempo una invidiabile reputazione di eccellenza qualitativa, Sebastiano Fortunato nella qualità di Presidente del Consorzio di Tutela IGP Pomodoro di Pachino ritiene doveroso sottolineare ancora una volta alcuni concetti basilari:
A) Tutte le aziende aderenti al Consorzio IGP Pomodoro di Pachino sono obbligate ad attenersi alle norme di produzione e confezionamento stabilite dal disciplinare di produzione, e sono soggette ai controlli di filiera che lo stesso Consorzio è chiamato ad effettuare su incarico del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. In quanto tali operano nella più assoluta legalità e sotto il controllo costante dell’Ente
Certificatore di qualità.
B) Il consumatore è garantito circa la qualità e la autenticità della provenienza del pomodoro di Pachino, che può essere PRODOTTO E CONFEZIONATO solo in una ristretta area geografica, dal marchio IGP apposto sulle confezioni o sui frutti singoli mediante bollino distintivo. Il marchio garantisce un controllo su tutta la filiera che va dal campo di coltivazione alle fasi di confezionamento normato da regole severe;
C) Il marchio “IGP pomodoro di Pachino” è l’unico requisito che permette ad un pomodoro di essere chiamato senza ambiguità “Pomodoro di Pachino”. Altri prodotti provenienti da altre località geografiche, seppure con simile forma, non possono fregiarsi di tale nome, che è ricoperto da marchio di qualità registrato ai sensi delle norme UE. Parlare di “Pomodoro Pachino” riferendosi ad una tipologia di pomodoro (ciliegino) è fuorviante e ingenera confusione.
D) Il nostro Consorzio si mette sin d’ora a completa disposizione delle autorità per sorvegliare e reprimere possibili abusi e speculazioni che potrebbero verificarsi nell’ambito del comparto ortofrutticolo, a tutela
dei produttori che rappresenta e del comparto economico locale. Si mette altresì a disposizione di chiunque desideri appurare le reali condizioni in cui il nostro prodotto viene coltivato, lavorato, confezionato e distribuito presso i canali della Grande Distribuzione Organizzata. Invita infine la stampa e il mondo dell’informazione a non prestare il fianco ad episodi diffamatori che potrebbero causare danni insopportabili all’economia locale.
E) Il nostro Consorzio si propone come un modello di economia sana: è il frutto dello sforzo di un gruppo di imprenditori concorrenti che hanno scelto di operare insieme per certificare la filiera sotto l’egida della Comunità Europea. Questo secondo noi è l’unico vero modo per contrastare le infiltrazioni mafiose per chi vive in questo territorio.