Riflessione non tecnica.
Dai file accessibili si può rilevare una insufficienza di elementi sulla morfologia costiera del sito in esame, anzi sembrano in contrapposizione con i dati della bibliografia e della cartografia ufficiale, nonché con lo studio delle caratteristiche geologiche, litologiche e morfologiche relazionato in trascorsi incarichi assegnati dalle precedenti Amministrazioni Comunali.
Confrontando i dati ufficiali e quelli avvalorati dai preposti settori tecnici pubblici si desume un tratto distintivo sulla morfologia costiera; di seguito vengono sintetizzati e menzionati gli elementi più accessibili e accertabili da un vasto pubblico (gli addetti ai lavori sanno come destreggiarsi):
• “Sabbie costiere attuali, dune mobili e fossili ( Carta Geologica D’Italia – Capo Passero – foglio 652 ) “
• “Spiagge attuali, dune mobili e fossili. Alluvioni fluviali e fondi palustri recenti ed attuali; saline e stagni costieri.( Carta Geologica della Sicilia Sud-Orientale).”
• “ Flora, vegetazione marina e stato dell’ambiente nel litorale ibleo-siracusano ( Giaccone G. – Di Martino V. – Atti del Convegno – Acc. Gioenia Sci. Nat.)
• “Relazione geologica Territorio Comunale Portopalo di Capo Passero ( Sr )-Regione Siciliana – Assessorato Lavori Pubblici – Ufficio Genio Civile di Siracusa- delibera commissariale n.178 del 30.06.1982 ;
• Depositi recenti ( Olocene ): fondi palustri antichi e recenti; sabbie eoliche e costiere;
• Litologia : Le sabbie eoliche e costiere, si trovano sparse lungo la linea di costa sud del territorio in esame, dove si ammassano parallelamente alla linea di spiaggia formando delle dune mobili, alcune delle quali fissate dalla vegetazione.
• Geomorfologia : A sud si ha un rilevante affioramento di sabbie eoliche,distribuite lungo la costa mediterranea del territorio comunale dove sono allineate anche alcune paludi che sono in genere separate dal mare da cordoni di dune.“
Si potrebbe continuare ad enumerare, ma ritengo che ciò sia sufficiente ad evidenziare alcune singolarità geomorfologiche come le sabbie eoliche e le dune mobili. Singolarità , rilevanti per la preservazione dell’ecosistema e micro ecosistemi in cui insisterà il progetto “Porto One”, se trascurate, produrranno, senza ombra di dubbio, una serie di problematiche che nella migliore delle ipotesi frustreranno i propositi progettuali.
La spiaggia costituisce un’entità in continuo movimento in cui erosione, trasporto e sedimentazione si succedono in rapida sequenza definendo il bilancio costiero o sedimentario, cioè il bilancio tra apporti e perdite di sedimento.
Le dune costiere rappresentano l’elemento di transizione tra il sistema deposizionale costiero delle spiagge e l’ambiente dell’entroterra, svolgendo un importante ruolo di raccordo funzionale sia fisico che biotico. Le dune contengono una grande riserva di sabbia utile per alimentare la spiaggia e rappresentano una conformazione naturale di quest’ultima. Sono importanti per la protezione della costa perché contrastano fortemente il fenomeno di erosione, in quanto fungono da barriera morfologica contro l’ingressione marina e le inondazioni durante eventi di tempesta. Particolarmente importante risulta essere il ruolo idrogeologico nel poter contenere l’intrusione salina all’interno delle acque dolci delle falde freatiche ( i portopalesi né sanno qualcosa ).
Le dune costiere devono la propria genesi ed evoluzione al vento, che preleva i granuli di sedimenti dalla spiaggia, trasportandoli fino a quando la sua velocità lo consente o fino a quando trovano un ostacolo. Gran parte di esse sono sempre parallele alla riva, ma in ambienti in cui la vegetazione non può sopravvivere o dove la disponibilità di sabbia e l'energia del vento sono tali da dare luogo a dune mobili, si svilupperanno con direzioni allineate a quelle dei venti prevalenti, muovendosi piuttosto rapidamente.
Con un colpo d’occhio le costruzioni sul territorio litoraneo danno testimonianza della scarsa conoscenza dei tecnici delle basilari nozioni di dinamica costiera; cognizioni indispensabili per la progettazione di ogni opera marittima, e in particolare per la difesa della costa, che possono essere impiegate con relativa modica spesa e una reale professionalità dell’operatore. Il territorio di Portopalo di Capo Passero risulta essere particolarmente antropizzato in prossimità della costa, né è verità l’accentuazione dell’erosione, la riduzione della spiaggia emersa, l’arretramento della linea di riva e la concomitante scomparsa di habitat naturali di rilevante pregio ambientale, quali la fascia delle dune costiere.
Questo tipo di antropizzazione ed urbanizzazione (in molti casi abitazioni private, complessi alberghieri e strade) è ben visibile dal territorio ragusano a quello siracusano. Il restauro geoambientale delle spiagge mediante ripascimento durevole assume un’apprezzabile importanza economica e ambientale, quando la morfologia delle nuove superfici restaurate simulerebbe la morfologia naturale delle aree costiere, caratterizzate dalla spiaggia e da una retrospiaggia vegetata da specie vegetali psammofile ,con assetto tipico delle aree dunali. Tutto ciò presuppone , in un arco di tempo idoneo ad interventi preventivi e replicanti di indagine conoscitiva geomorfologica, analitica dei caratteri abiotici e biotici dell’ecosistema ad esempio: visione dei luoghi, rilievi , profili geomorfologici/geologici subacquei, presenza di barre sommerse (caratteristiche morfologiche che non si evincono da nessun rilievo), dati correntometrici, prelievi e caratterizzazioni necessarie per comprendere i meccanismi che regolano la dinamica deposizionale e marina dell’area di interesse e di quelle adiacenti. Per farla breve, un insieme di osservazioni costanti e controlli strumentali svolti nel tempo, allo scopo di quantificare i parametri che indicano la qualità ambientale.
La bibliografia accreditata , per coerenza e al fine di mostrare il rovescio della medaglia , evidenzia casi in cui l’effettiva necessità di realizzazione o l’ampliamento di porti turistici e pescherecci è tutta da dimostrare, in quanto si sono avuti effetti sulla naturale deriva dei sedimenti e sulle spiagge. Ad esempio, l’evento anossico è anche catalizzato dai periodi di massimo termico e la cessazione delle limitazioni anossiche può essere riferita a modificazioni di ordine fisiografico del fondale marino e principalmente con il venire meno di limiti morfologici, (più di tutti quelli non naturali) che impediscano la circolazione delle masse d'acqua. Siamo al cospetto di un ecosistema stressato e delimitato che dissuade da interventi obsoleti (come l’utilizzo di esplosivi) e pone l’attenzione sul diligente riciclo dei materiali di scavo per non coinvolgere ambienti limitrofi in equilibro precario o di particolare pregevolezza.
Si è accennato alla storia di Portopalo di Capo Passero , all’inscindibile legame con il mare; inoltre, esiste una rilevante informativa sul patrimonio archeologico sommerso, sulla necessità di insistere sulla ricerca e sulle sue potenzialità. Ma una cosa non esiste( o mi è sfuggito ) un file su un preliminare d’indagine diretta e indiretta, sullo stato di fatto della rada di Portopalo di Capo Passero. Rada su cui insisterà il progetto “ Porto One “.
• Nel criterio della VAS viene manifestata una procedura cognitiva cautelare per la salvaguardia del “patrimonio culturale sommerso”?
• Se è prevista, dove ci si può orientare per accedere ai file, contenenti tavole e documentazione inerenti i pareri della Soprintendenza del Mare / Porto One?
• La Soprintendenza del Mare cosa ha concepito in merito ?
Garzie
Questa riflessione ( o sconsideratezza ) non tecnica è stata possibile grazie all’ausilio internet, alla bibliografie e ad un mal di testa.
Distinti Saluti
Alberto Rabito
Soprintendenza del Mare
ARTA SICILIA
Comune Portopalo
Pubblicata da:
Alberto Rabito il 13-05-2010 17:02 in
Opinioni