PER PORTOPALO DI CAPO PASSERO
SOCIETA’ DI TRASFORMAZIONE URBANA
pensando al futuro
Studio a cura della FN Progettazioni, www.fnprogettazioni.com
INDICE
1.Sintesi della proposta
2.Ripensare un nuovo modello di sviluppo fra la città e il mare
3.Inquadramento socio – economico
4.Il quadro programmatico e pianificatorio locale
5.Progetti in corso di realizzazione: Port-ONE
6.La STU di Portopalo di Capo Passero
6.1 Obiettivi della STU
6.2 Ambito d’intervento
6.3 Normativa sulla STU
1.SINTESI DELLA PROPOSTA:
Nella presente relazione si è cercato di sintetizzare il quadro di riferimento locale e di illustrare le ragioni che potrebbero far maturare, all’interno dell’Amministrazione Comunale di Portopalo di Capo Passero, la convinzione di utilizzare lo strumento della STU al fine di risolvere i problemi di un ambito territoriale strategico per il futuro assetto della città, ambito che da anni rappresenta un nodo non risolto, un’area marginale che potrebbe invece diventare baricentro di nuove iniziative, cerniera urbanistico – architettonica e socio – economica per un nuovo assetto territoriale fra la linea di costa e lo spazio antropizzato.
L’obiettivo di una forte riqualificazione urbana, in un luogo caratterizzato dalla complessità di questioni che attendono risposte e soluzioni, ben si sposa con il quadro programmatico e pianificatorio vigente, costituito dal P.R.G., attraverso l’uso di uno strumento appropriato quale può essere “la Società di Trasformazione Urbana”.
La previsione d’intervento è relativa a quella che si configura come “No men’s land”, cesoia fra la città e il mare, fino ad oggi negato. Ettari di terreno quasi del tutto incolto e a stretto contatto con importanti attività legate alla portualità, attività che potrebbero dar vita ad uno scambio di relazioni e di dialogo fra la città stessa e il mare, rapporto a tutt’oggi inesistente per l’assenza di un water front che viene invece “pensato” come genesi per una moderna idea di turismo. Quello turistico deve diventare, infatti, uno dei settori primari per questa comunità, insieme all’economia legata alla pesca e all’agricoltura, attività già floride e consolidate da decenni, seppure attraversanti un momento di crisi.
I principi generali che ne guideranno la stesura derivano non semplicemente da tendenze e orientamenti puramente personali, ma soprattutto dall’esame attento del contesto urbano/territoriale di Portopalo di Capo Passero che denota delle specificità e delle particolarità assolutamente originali che meritano attenzione profonda.
Tali principi si collocano nelle linee più generali dei criteri adottati nelle progettazioni dei waterfront che in questi ultimi anni, a fronte dello sviluppo notevolissimo (8.000 km.) di coste che caratterizza la nostra nazione, sono divenuti un argomento estremamente frequentato anche a livello di ricerca universitaria e non solo e sono stati quindi filtrati attraverso lo studio puntuale ed attento delle specificità del contesto (fisico, geografico, orografico, morfologico, storico, culturale, ecc.) che, come detto, presenta delle particolarità oltremodo interessanti e originali pur collocandosi nella tematica di fondo propria dell’urbanità del Sud d’Italia e del Mediterraneo.
Tali concetti, se sono da ritenersi tuttavia non immutabili nell’odierna temperie cangiante e metamorfica, incideranno ugualmente sulle scelte esecutive e definitive a partire da quelle dettate dalle esigenze globalizzanti del consumo, in quanto motore economico, produttivo e occupazionale, che dovranno essere ottemperate ma al tempo stesso mantenendo il rispetto del contesto, del paesaggio e della sua storia; cercando inoltre di volgere l’attuale culto dell’immagine e della sua comunicatività alla produzione di un’architettura come paesaggio posta in rapporto paritetico e sinergico con la preesistenza, data la valenza di risorsa irriproducibile che connota in sé il territorio.
L’ambito da prendere in considerazione è relativo ai terreni che si stendono a sud-ovest dell’abitato, attraversati gia adesso da un asse stradale che congiunge la città con il porto e il fatiscente borgo che si affaccia, in modo caotico e “non finito”, sull’area portuale.
Nonostante una prima e giustificata impressione di degrado, si può sottolineare che il porto è vivo, e come tale è pronto a venire inglobato in un’operazione di ripensamento pianificatorio e progettuale attraverso una “ristrutturazione socio-urbanistica”.
Il costo preventivo dell’intera operazione è stimato in Euro 50.000.000, di cui il 95% a carico di risorse private. Il costo dello studio che comprende indagini conoscitive, S.d.F. economico-finanziario, procedurale e urbanistico, a totale carico dei privati.
2.RIPENSARE UN MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO PER LA CITTA’ DI PORTOPALO:
Riorganizzare settori dell’economia già esistenti, quali agricoltura e pesca, e attraverso la concertazione e una programmazione negoziata, indirizzare l’economia del territorio verso il settore di un turismo integrato, questo il modello di riferimento per un nuovo sviluppo economico della città e del suo territorio.
Riuscire a innescare nuove azioni di valorizzazione delle risorse ambientali e culturali esistenti, in una realtà come Portopalo di Capo Passero, che costituisce un eccezionale complesso ambientale, storico-archeologico e paesaggistico, e provare ad integrare queste risorse esistenti con il progetto di nuove economie, legate soprattutto al turismo, questo l’obiettivo da raggiungere.
Vocazione e risorsa non come dicotomia bensì come simbiosi fra una economia esistente e radicata nella memoria collettiva ed un futuro prossimo rappresentato da una economia turistica progettata ma pragmatica, sognata ma realizzabile, non calata dall’alto di un pensiero utopistico ma integrata al luogo e per il luogo.
Tutto ciò per delineare uno scenario d’intervento in cui l’investimento privato trovi la sua ragion d’essere nel ritorno economico in un generale processo che si vuole innescare e nella volontà dell’amministrazione a partecipare attivamente per quanto riguarda la realizzazione di strutture e infrastrutture a supporto dell’iniziativa.
3.INQUADRAMENTO SOCIO-ECONOMICO:
Portopalo di Capo Passero rappresenta una piccola realtà urbana insistente su un territorio di 14,87 kmq con quasi 3.500 abitanti. Fino al 1975, anno in cui diviene Comune, la sua economia orbitava attorno a Pachino.
Negli ultimi trent’anni il Comune si è trovato a “gestire” una flotta peschereccia di un centinaio di imbarcazioni e una produzione e commercializzazione di prodotti agricoli legati, soprattutto, agli ortaggi e alla viticoltura.
L’economia del piccolo centro ruota principalmente su queste attività, anche se negli ultimi anni, Portopalo di Capo Passero è meta, soprattutto nel periodo estivo, di migliaia di visitatori, sia italiani che stranieri, attratti, oltre che dal “luogo fisico” visibile nella sua bellezza, anche da un “luogo mentale” assai importante dal punto di vista immaginifico e simbolico: Portopalo di Capo Passero, la città più a sud della penisola italiana.
Ci sono i luoghi della storia e i luoghi del mito. Quale città può aspirare, per un turismo sensibile e avvertito, legato ad una idea mistica del viaggio, ad attraversare i luoghi del mito stesso se non Portopalo di Capo Passero?
L’integrazione di questa tipologia di turista con il luogo, la terra e il mare, i loro prodotti: questo l’obiettivo. Un turismo che troverà proseliti nelle fasce di età giovane e media. Un turismo di taglio economico medio-alto. Non il turismo usa e getta vomitato dai pullman di passaggio, bensì un turismo individuale di qualità e competenza, un turismo “ambientale” e colto che pretende strutture e infrastrutture: questa la risposta.
4.QUADRO PROGRAMMATICO E PIANIFICATORIO LOCALE:
Il P.T.C. e Il Piano Regolatore Generale di Portopalo di Capo Passero:
Il Comune di Portopalo di Capo Passero fa parte del Piano Territoriale di Coordinamento degli Iblei, che interessa per intero i territori delle Province di Siracusa, Ragusa e parte di Catania. Esso è regolato, urbanisticamente, dal P.R.G. deliberato dal Consiglio Comunale nel lontano 1984, e approvato con Decreto n° 652/DRU del 17 novembre 1997.
Il P.T.C. indica, nel Comune di Portopalo, un polo prioritario di sviluppo turistico lungo la fascia costiera.
L’area del porto:
Per quanto riguarda l’area portuale il Comune diede incarico, nel 1983, all’ing. Andrea Ardizzone, di redigere il nuovo Piano Regolatore del Porto. Nel 2003 viene approvato il progetto definitivo per il completamento delle opere marittime esistenti per la messa in sicurezza dei bacini di ponente e levante ai sensi dell’art. 5 della L.R. 21/1998.
Allo stato attuale l’insufficiente dotazione del porto turistico rappresenta un punto di debolezza del sistema turistico locale e necessita di tutti quegli interventi che lo possano mettere in grado di configurarsi come un ambito specialistico di qualità e come infrastruttura capace di interloquire sia con la parte a mare che con la parte a terra. Nell’area portuale gravitano già una serie di attività, più o meno grandi (il mercato ittico, ristoranti, lavorazione dei prodotti)
5.PROGETTI IN CORSO:
Progetto del Molo di Levante per un nuovo approdo turistico, ”Marina di Capo Passero”.
6.LA S.T.U. DI PORTOPALO DI CAPO PASSERO:
6.1 Obiettivi della S.T.U.
La proposta di creare una S.T.U. nasce dall’esperienza maturata negli ultimi anni, nel corso dei quali sono stati riscontrati limiti nell’attuazione di iniziative di recupero di alcune attività, soprattutto nell’area portuale e anche a ridosso del centro urbano.
I recuperi e/o i nuovi interventi non risultano ben integrati fra loro, e rispondono perlopiù ad esigenze funzionali intrinseche ad ogni singolo intervento e isolate allo spazio fisico che le interessa, mentre dovrebbero legarsi ad esigenze generali di riqualificazione urbanistica per quella parte di territorio assai importante per il futuro di Portopalo.
Inoltre le occasioni che saranno offerte dal rafforzamento del ruolo del water front e dell’area a cerniera con il centro urbano porteranno ad un incremento della pressione urbanistica e dei valori fondiari che potranno essere sfruttati attivando un processo di valorizzazione tale da innescare il recupero sia di parti degradate del territorio (vedi il pseudo-borgo) sia di quelle aree che necessitano di una nuova identità nell’ambito del tessuto urbanistico della città (l’area marginale all’urbanizzazione esistente).
La S.T.U. si pone come obiettivo primario la valorizzazione di tutte le funzioni e i catalizzatori capaci di incentivare e sviluppare i diversi segmenti del settore turistico. Si tratta, come già scritto, di riuscire a coniugare e far convivere le attività esistenti con la presenza di attività ricettive, culturali, ricreative e di servizio necessarie a dar risposta ad una nuova e consistente, oltrechè con crescita esponenziale, utenza turistica.
6.2 Ambito d’intervento
L’ambito d’intervento individuato si riferisce all’intero sistema costiero a est e a sud dell’abitato e ai terreni che separano il suddetto sistema dal centro abitato, posti a sud-ovest. Si propone una forte razionalizzazione urbanistica con riqualificazione del lungomare.
Tale ambito, pur possedendo straordinarie possibilità di valorizzazione e di trasformazione, richiede interventi particolarmente complessi in ordine all’assetto delle proprietà e alla loro riorganizzazione all’interno di un disegno economico ed urbanistico strategico, finalizzato alla creazione di un modello di sviluppo che si basi sulla valorizzazione delle risorse ambientali e culturali esistenti per avviare il processo di costruzione del Sistema Turismo Portopalo di Capo Passero .
- PARCO ARCHEOLOGICO
Il territorio potrebbe essere interessato da una campagna sistematica e attenta di scavi da cui ci si aspetta un notevolissimo arricchimento rispetto ai primi scavi di Paolo Orsi, risalenti agli ultimi anni del 1.800. Testimoniata ancora dall’Orsi è la distruzione dei ruderi di un villaggio a seguito dell’impianto d’un vigneto, e la distruzione di una necropoli ipogea dovuta all’apertura di una cava di pietra.
La densità della maglia cardo-decumanica della città che insiste sull’area fa prevedere degli esiti fecondi che forniranno certamente un grosso contributo alla storia di Portopalo, e potrebbero conseguire la necessità di una struttura espositiva, un Museo Archeologico magari di tipo polifunzionale dotato di strutture complementari e aggiuntive che andrebbero a specializzare in tal senso questa fascia urbana elevandone le peculiarità e le vocazioni di attrazione turistica e prima ancora culturale.
- AMPLIAMENTO DEL PORTO TURISTICO E ATTIVITÀ CONNESSE
Lo sviluppo della nautica da diporto a Portopalo di Capo Passero ha condotto a riprogettare tutto lo specchio acqueo della rada, attraverso la futura creazione di un porto turistico nella parte ad est della rada stessa e di un porto peschereccio (già esistente). Verificata la necessità di tali previsioni in ordine alla situazione meteomarina locale, dovranno essere definite le esatte destinazioni delle aree, in acqua e a terra, per i posti barca , i parcheggi , le strade di accesso, gli edifici per servizi e la cantieristica per le imbarcazioni da diporto.
- PARCO TEMATICO
Si proporrebbe la formazione di una superficie a parco a est e sud-est dell’abitato, nel tratto indicato dalla planimetria come “tematico” e la cui qualità specifica resta tutta da definire; essendo i temi di tali parchi notoriamente molto variabili a partire da quelli ludici per l’infanzia a quelli dedicati a talune specie vegetali a quelli riferiti a regioni lontane (nel tempo e nei luoghi) ovvero a periodi storici diversi derivati dalla rispettiva sede.
Ciò in quanto è notoriamente necessario, ad ogni agglomerato urbano, un adeguato polmone verde, che nel caso specifico della costa in esame, potrebbe porsi come diaframma tra il mare e l’entroterra che verrebbe valorizzato ulteriormente da un effetto scenografico in cui, ritardando “l’apparizione” del mare, ponga il mare stesso come “scoperta”, a suo modo rivalorizzata dalla pausa naturalistica “vegetale” che andrà a generare quell’opportuna varietà e articolazione che fa parte dei diversi e compositi ruoli del verde urbano.
- VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DEL LUNGOMARE
Non si può non rilevare la pressoché totale assenza di una passeggiata a mare, degna di questo nome, nella città di Portopalo di Capo Passero, che dev’essere dotata degli adeguati ed indispensabili elementi di arredo con la tassativa esclusione però delle componenti seriali eteroprodotte come dell’impiego di materiali prevalentemente artificiali; le sedute vanno disegnate luogo per luogo nei materiali, forme e proporzioni congruenti e correlate con l’architettura che vanno a servire di cui devono far parte così com’è rilevabile, già in tempi passati, a partire dagli zoccoli/sedili che segnavano il basamento dei palazzi rinascimentali (V. Palazzo Rucellai, Medici Riccardi a Firenze, Palazzo Spada a Roma ecc.); in ordine alla diversa profondità della fascia di terreno esistente tra la viabilità veicolare (anch’essa da riqualificare) e la battigia, verranno realizzate le passeggiate pedonali sostanzialmente articolabili in poche tipologie.
6.3 Normativa della S.T.U.
Affrontare uno studio di fattibilità per la costituzione di una STU, quale strumento per risolvere problemi in ambito territoriale, per il futuro assetto della Città di Portopalo di Capo Passero, ma principalmente per il futuro economico verso cui ci si vuole indirizzare, richiede una analisi socio-economica approfondita nonché la verifica delle previsioni urbanistiche, oltre al “se e come” queste ultime rispondano all’attualità.
E’ fuor di dubbio che il contesto del progetto strategico “Portopalo di Capoassero” sia al contempo complesso e stimolante; complesso in quanto attiene a situazioni urbanistiche e territoriali radicate e consolidate, stimolante perché riuscire ad immaginare come venir fuori da questa stagnazione per creare sviluppo, economia e in primo luogo nuova cultura e bellezza, è una sfida per quegli operatori che vorranno cimentarsi credendo nel futuro della Città.
Anche se la legislazione in materia può apparire scarna essa tuttavia nella sua essenzialità lascia spazio ad iniziative e modelli che nel rispetto dell’assetto territoriale predeterminato (leggi P.R.G. vigente) o eventualmente nelle linee che si andranno a determinare con una “variante”, consentono l’introduzione e il recepimento di nuovi e più moderni modelli.
Per poter giungere a dei risultati qualitativamente significativi va pensato un approccio progettuale per diversi aspetti multidisciplinare, facendo riferimento alla “Progettazione Integrata dei Porti Turistici e dei Borghi Marinari”, in cui sono contemperati molti aspetti dell’ingegneria e dell’architettura.
È ritenuta una risorsa, in fase di progettazione, l’integrazione di figure di estrazione culturale diversa: architetti, paesaggisti, urbanisti con ingegneri, marittimisti, strutturisti, tecnologi dei materiali, impiantisti, etc..
In tal senso l’approccio progettuale non sarà stratificato, bensì frutto di un vero gruppo di lavoro interdisciplinare sotto la garanzia di un project management efficace.
È necessario superare, come infatti la FN Progettazioni fa, il vecchio concetto che il progetto di un porto turistico o di un ambito urbano possa essere sviluppato con l’esclusiva titolarità dell’urbanista-portualista tout court, così come d’altro canto è necessario che l’architetto, l’urbanista e il paesaggista siano affiancati dall’ingegnere idraulico-marittimista, ambientalista, etc...
Ciò è fatto coniugando le esigenze socio-economiche col necessario rispetto delle condizioni territoriali e ambientali, senza la mortificazione delle stesse, ma anzi con un approccio che vede interventi mirati ad impreziosire e migliorare la complessiva offerta sociale e la qualità della vita, puranche recuperando i guasti provocati da una gestione del territorio, non consapevole, come purtroppo è avvenuto per decenni.
La sintesi di partenza del procedimento potrebbe essere una STU ex art. 120 del Decreto legislativo 18/08/2000 n. 267.
L’importante sarà ripensare i punti cardine della trasformazione perché solo così potrà stimolarsi l’interesse di imprenditori, finanziatori e operatori locali nel medio e lungo termine, necessario a vedere concretizzato l’oggetto della "trasformazione urbana".